Acquistare un immobile, e ritrovarsi alle calcagna l’ex proprietario disposto a tutto
Partecipare alla vendita all’asta di un immobile equivale spesso ad addentrarsi in una palude
Succede quando l’acquisto viene preceduto e seguito da un fuoco di fila di intimidazioni, soprusi e palesi tentativi di provocazione. Che fare allora? La cosa migliore è mantenere la calma e non farsi trascinare nel vortice di violenza che l’interlocutore tenta di innescare.
Ne sa qualcosa un imprenditore di Rozzano (Milano), rappresentante di una cooperativa, che aveva acquistato attraverso procedura giudiziaria un appartamento e che per questo aveva subito ripetuti tentativi di estorsione dal 30enne ex proprietario.
L’asta si era resa necessaria in quanto, dopo le prime rate regolarmente versate, il contratto di mutuo non era più stato onorato. A quel punto l’istituto di credito erogante aveva tentato, senza successo, di recuperare l’importo dovuto dal 30enne egiziano.
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Questo l’ultimatum imposto nei giorni scorsi dal 30enne moroso all’imprenditore di Rozzano.
L’ex proprietario peraltro, già in precedenza aveva dimostrato di non voler accettare l’esito dell’asta giudiziaria. Infatti, a dispetto di questa, aveva subaffittato alcune stanze a cittadini di nazionalità albanese; l’acquirente aveva quindi segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine e così era stato deciso lo sgombero.
Come se niente fosse, però, il 30enne egiziano si è successivamente ripresentato, impedendo all’imprenditore di esercitare i suoi diritti. A questo punto è scattato il teatrale tentativo di intimidazione, la richiesta di pagamento e la paventata distruzione dell’appartamento. Ancora una volta sono intervenute le forze dell’ordine, auspicabilmente, in modo definitivo.
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