Anatocismo: rimborsi pari a 700mila euro per i contribuenti molisani
Chi l’ha detto che solo il tribunale di un grande centro possa intervenire energicamente sul tema degli illeciti bancari?
Nei mesi scorsi, infatti, i fori di Campobasso e Larino si sono pronunciati in favore di decine di correntisti, imponendo ad alcuni istituti di credito nazionali di procedere a rimborsi per un totale di circa 700mila euro. Molti tra i fortunati, presumibilmente, non si sarebbero aspettati questo esito, e cioè, non solo l’azzeramento del proprio debito, ma anche il riconoscimento di un credito.
Dalla vicenda tutti quelli che hanno aperto un conto corrente bancario possono trarre una “lezione”: infatti è consigliabile ricostruire attentamente gli storici dei movimenti, per verificare l’eventuale applicazione di tassi di interesse illegittimi. Sia che il rapporto sia ancora in corso e sia iniziato prima del 2000, sia che sia stato estinto, è dunque possibile, in caso di comprovate anomalie, chiedere e ottenere un rimborso. L’illecito risulta prescritto dopo 10 anni dalla chiusura del conto corrente.
Perché il 2000 è stato uno spartiacque?
In quell’anno il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (C.I.C.R.) è stato incaricato di elaborare le nuove regole da applicare alla capitalizzazione degli interessi sulle operazioni bancarie.
La delibera emessa dal C.I.C.R. il 9 febbraio 2000 ha attribuito alle parti (istituto di credito e cliente) il compito di definire la periodicità degli interessi, stabilendo che la cadenza deve essere la medesima per quelli a credito e per quelli a debito.
A seguito dell’entrata in vigore del provvedimento si è reso necessario l’adeguamento delle condizioni contrattuali dei conti correnti già esistenti. Perciò, nel caso di un peggioramento, è necessario il consenso esplicito del cliente, altrimenti è sufficiente pubblicare le nuove regole in Gazzetta Ufficiale, e notificarle in seconda battuta agli interessati.
La redazione