Ancona, l’usuraio della porta accanto colpisce ancora
Lo stato di necessità materiale rende estremamente vulnerabili le persone. Capita così che istituti di credito – e non solo – se ne approfittino. Spesso l’usura assume le sembianze di un vicino di casa che consideravamo amico, o di un collega di cui ci fidavamo e a cui, incautamente, abbiamo confessato di avere un disperato e immediato bisogno di liquidità. E’ accaduto anche a Jesi (Ancona), dove un pensionato e il genero “si offrivano” di prestare denaro a imprenditori e privati a un costo salatissimo. I tassi d’interesse, praticamente usurari: si toccava infatti la soglia del tremila percento. Il tutto condito con intimidazioni di vario genere e minacce di morte. Gli uomini sono ora indagati per concorso in usura ed estorsione.
L’ammontare complessivo di cui si sarebbero impadroniti è di 200.000 euro, e sarebbe frutto di tassi usurari lievitati dal 100 al 500 per cento. I due sostengono che i tassi d'interesse erano regolari, e che talvolta non avrebbero neppure ricevuto il rimborso della somma prestata.
La vicenda, già di per sé drammatica, assume contorni ancora più inquietanti, considerando che era nel giro anche un bancario, che avrebbe fornito al duo informazioni riservate circa il momento finanziario di difficoltà di alcuni clienti dell’istituto di credito.
Il processo, che inizierà il prossimo 26 marzo, è scaturito da un’indagine iniziata nel giugno 2013, dopo che il pensionato e il genero erano stati filmati dalla Guardia di Finanza intenti a ricevere denaro da alcuni malcapitati, e quindi colti in l. Otto le parto offese, di cui appena la metà si è costituita parte civile. Ancora forte, purtroppo, il "tabù" e il senso di vergogna che colpisce le vittime di usura.
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