Annullata intimazione di pagamento Equitalia per 78mila euro
30.05.2017 12:10
Un debito può togliere il sonno, questo si sa. Vedersi notificare una cartella esattoriale è l’incubo di molti contribuenti. Tuttavia, agire sulla scorta dell’ansia e dell’angoscia del momento può essere controproducente. Non sempre, quindi, rivolgersi a un Caf per avere assistenza da un commercialista e provvedere a chiudere la pendenza si rivela la soluzione migliore.
Da un’attenta analisi degli incartamenti emergono infatti sempre più spesso elementi che contribuiscono a dichiarare il debito decaduto, magari perché sono trascorsi i termini di prescrizione, o comunque a decretarne l’annullamento per vizi di notifica. In tal senso, un ruolo sempre più importante svolgono sul territorio gli avvocati dello staff di Federcontribuenti.
Agenzia di Riscossione: se il debito è in larga parte annullabile
Lo scorso aprile il Tribunale di Spoleto – Sezione Lavoro ha accolto il ricorso di un contribuente relativo a un’intimazione di pagamento emessa da Equitalia per un totale di circa 80mila euro. La quota di debito annullata ammonta a 78mila euro; la sentenza n.70 del 2017 (RG n.707/2015) ha quindi sancito che la quota restante da pagare è di 2.500 euro.
Nella causa che lo ha visto contrapposto a Equitalia, il contribuente è stato difeso dall’avvocato Fortunato Forcellino, che ha maturato una significativa esperienza nel settore. Molteplici gli elementi di criticità emersi, a seguito dell’esame delle cartelle esattoriali ricevute. In primo luogo, l’iter di notifica tramite Pec non era stato correttamente seguito, inoltre, per la maggior parte delle somme pretese risultava ampiamente trascorso il termine di prescrizione quinquennale, sforando addirittura, in alcuni casi, l’eventuale ipotetico tetto decennale. A tutto ciò si aggiunge il fatto che nessun chiarimento fosse stato fornito, nella documentazione inviata, in merito alla procedura di calcolo degli interessi di mora.
Fondo patrimoniale intaccabile solo per debiti contratti nella gestione della vita familiare
Un’altra buona notizia per i contribuenti arriva da Giulianova (Teramo), dove M.S. ha visto cancellare l’ipoteca iscritta da Equitalia sulla casa in cui vive con moglie e figli.
Tutto era cominciato anni fa, quando l’uomo, che aveva una ditta individuale, aveva “maturato” un debito di circa 130mila euro nei confronti del Fisco. Il cospicuo ammontare era integralmente collegato allo svolgimento della sua attività di procacciatore d’affari.
Archiviata la sfortunata parentesi professionale, M.S. si era sposato, e aveva costituito con la moglie un fondo patrimoniale nel quale era confluito anche l’immobile in cui i due vivevano e su cui nel 2016 Equitalia procedeva a iscrivere un’ipoteca. L’uomo aveva affidato la sua difesa all’avvocato Berardo di Fernando, che inoltrava ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale. Questa ha dapprima congelato, e quindi annullato il provvedimento.
La decisione è stata motivata dal riferimento all’orientamento assunto dalla Cassazione, secondo cui i beni appartenenti al fondo patrimoniale non possono essere sottratti dalla disponibilità al soddisfacimento dei bisogni familiari. Quindi, l’iscrizione degli stessi a ipoteca da parte di terzi è ammissibile solo nei casi di inadempimento di impegni assunti nell’interesse del nucleo. Un debito può togliere il sonno, questo si sa. Vedersi notificare una cartella esattoriale è l’incubo di molti contribuenti. Tuttavia, agire sulla scorta dell’ansia e dell’angoscia del momento può essere controproducente. Non sempre, quindi, rivolgersi a un Caf per avere assistenza da un commercialista e provvedere a chiudere la pendenza si rivela la soluzione migliore.
Emergono sempre più elementi che contribuiscono a dichiarare il debito decaduto
Un debito può togliere il sonno, questo si sa. Vedersi notificare una cartella esattoriale è l’incubo di molti contribuenti.
Tuttavia, agire sulla scorta dell’ansia e dell’angoscia del momento può essere controproducente.
Non sempre, quindi, rivolgersi a un Caf per avere assistenza da un commercialista e provvedere a chiudere la pendenza si rivela la soluzione migliore.
Da un’attenta analisi degli incartamenti emergono infatti sempre più spesso elementi che contribuiscono a dichiarare il debito decaduto, magari perché sono trascorsi i termini di prescrizione, o comunque a decretarne l’annullamento per vizi di notifica.
In tal senso, un ruolo sempre più importante svolgono sul territorio gli avvocati dello staff di Federcontribuenti.
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Lo scorso aprile il Tribunale di Spoleto – Sezione Lavoro ha accolto il ricorso di un contribuente relativo a un’intimazione di pagamento emessa da Equitalia per un totale di circa 80mila euro.
La quota di debito annullata ammonta a 78mila euro; la sentenza n.70 del 2017 (RG n.707/2015) ha quindi sancito che la quota restante da pagare è di 2.500 euro.
Nella causa che lo ha visto contrapposto a Equitalia, il contribuente è stato difeso dall’avvocato Fortunato Forcellino, che ha maturato una significativa esperienza nel settore.
Molteplici gli elementi di criticità emersi, a seguito dell’esame delle cartelle esattoriali ricevute.
In primo luogo, l’iter di notifica tramite Pec non era stato correttamente seguito, inoltre, per la maggior parte delle somme pretese risultava ampiamente trascorso il termine di prescrizione quinquennale, sforando addirittura, in alcuni casi, l’eventuale ipotetico tetto decennale.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che nessun chiarimento fosse stato fornito, nella documentazione inviata, in merito alla procedura di calcolo degli interessi di mora.
Fondo patrimoniale intaccabile solo per debiti contratti nella gestione della vita familiare
Un’altra buona notizia per i contribuenti arriva da Giulianova (Teramo), dove M.S. ha visto cancellare l’ipoteca iscritta da Equitalia sulla casa in cui vive con moglie e figli.
Tutto era cominciato anni fa, quando l’uomo, che aveva una ditta individuale, aveva “maturato” un debito di circa 130mila euro nei confronti del Fisco. Il cospicuo ammontare era integralmente collegato allo svolgimento della sua attività di procacciatore d’affari.
Archiviata la sfortunata parentesi professionale, M.S. si era sposato, e aveva costituito con la moglie un fondo patrimoniale nel quale era confluito anche l’immobile in cui i due vivevano e su cui nel 2016 Equitalia procedeva a iscrivere un’ipoteca.
L’uomo aveva affidato la sua difesa all’avvocato Berardo di Fernando, che inoltrava ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale. Questa ha dapprima congelato, e quindi annullato il provvedimento.
La decisione è stata motivata dal riferimento all’orientamento assunto dalla Cassazione, secondo cui i beni appartenenti al fondo patrimoniale non possono essere sottratti dalla disponibilità al soddisfacimento dei bisogni familiari.
Quindi, l’iscrizione degli stessi a ipoteca da parte di terzi è ammissibile solo nei casi di inadempimento di impegni assunti nell’interesse del nucleo.
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La redazione