Anziani rischiano di perdere la casa per troppa generosità. Li salva la legge sul sovra indebitamento
I legami familiari portano con sé gioie, ma implicano spesso anche un carico supplementare di oneri
A molti infatti, sarà capitato di aver sostenuto (o sostituito) economicamente figli, nipoti o fratelli che, per vari motivi, non potevano farsi carico direttamente di un ulteriore impegno materiale.
Quando si è coinvolti affettivamente, spesso è difficile dire “no”, anche se si porta già sulle spalle un fardello economico non trascurabile. Tuttavia, l’arrendevolezza, anche se è a fin di bene, può avere ricadute negative, peggiorando l’iniziale situazione debitoria. Ne sanno qualcosa Elio ed Elisabetta, coppia 70enne residente a Brescia che è stata a un passo dal perdere la casa. A salvarli, quando ormai ogni speranza era persa, è stata la legge salva-suicidi.
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Elio ed Elisabetta avevano dato fondo a tutte le risorse (fisiche e materiali) di cui disponevano, nel tentativo di aiutare parenti impossibilitati a far fronte ad alcuni debiti. I due, dovendo rispondere di un importo da capogiro (circa 500mila euro pretesi da Agenzia delle Entrate Riscossione e da una banca), non solo erano stati costretti a ipotecare la casa in cui vivevano, ma avevano anche ripreso a lavorare. Ciò non era stato comunque sufficiente a ripianare i conti.
Come scongiurare un pignoramento che sembra inevitabile?
A marzo scorso la banca decide di procedere al recupero forzoso del credito vantato (150mila euro circa), e quindi avvia il pignoramento dell’immobile, fissando la vendita al 24 maggio. Dal canto suo l’avvocato difensore di Elio ed Elisabetta si oppone in forza della legge 3 del 2012 inerente il sovra indebitamento; il giudice accoglie l’istanza e blocca l’asta.
La coppia, quindi, non dovrà abbandonare la casa in cui vive, ma sarà tenuta, entro 4 anni, a liquidare la stessa al prezzo di mercato per pagare, con la cifra incassata, i creditori. Qualora poi il debito originario risultasse superiore, la differenza verrebbe cancellata. Così, applicando il principio fondante della legge salva-suicidi, secondo cui i cittadini hanno il diritto di far fronte alle proprie pendenze in base alle effettive disponibilità materiali, Elio ed Elisabetta potranno voltare pagina e ricominciare a vivere.
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La redazione