Auto immatricolate in Europa dell’Est. Ecco perché i vantaggi possono costare caro
Sempre più spesso sulle nostre strade si vedono circolare veicolo con targa straniera. Romania e Bulgaria sono i Paesi maggiormente "gettonati"
Ti sei mai chiesto perché? Quasi certamente sì. La risposta è facile da intuire: questa categoria di auto gode di una disciplina particolare e privilegiata, in materia di infrazioni al Codice della Strada.
Nei giorni scorsi a Pietrasanta (Lucca) la Polizia Municipale ha intercettato un giovane alla guida di un veicolo sottoposto a fermo amministrativo in Italia e precedentemente immatricolato in Bulgaria. Dopo aver effettuato i controlli di ruotine è emerso che l’automobilista aveva, per così dire, al suo attivo anche altre infrazioni.
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Il giovane aveva eluso la radiazione del veicolo dal Pubblico Registro Automobilistico, e così ha dovuto pagare una multa di 900 euro per ottenerne la restituzione.
Perché le auto con targa straniera fanno così gola?
Circolare con un veicolo proveniente da Romania, Bulgaria o Svizzera consente non solo di risparmiare su bollo e assicurazione, ma anche di accedere alle zone a traffico limitato. Ultimo, ma non da ultimo, si evita di vedersi decurtare i punti della patente.
Un dato riassume le proporzioni del fenomeno: nel 2017 sono state più di 106mila le infrazioni al Codice della Strada compiute da automobilisti circolanti su veicoli stranieri. Guidano la discutibile classifica le auto rumene (circa 21mila), seguono quelle svizzere (circa 9mila) e quelle francesi (8500 infrazioni) e bulgare (7800).
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