Bollo auto: ecco perché è meglio pagare che risparmiare con l’inganno
Il 2019 si è aperto con un giro di vite nei confronti dei furbetti delle targhe straniere
Un effetto, questo, del Decreto Sicurezza varato alla fine dello scorso anno. Così, oggi chi, pur risiedendo in Italia da più di 60 giorni, guida un’auto con targa straniera, incorre in sanzioni severe, che vanno dalla multa al fermo amministrativo. Nello specifico i furbetti devono pagare una somma compresa tra 712 e 2848 euro e, se entro tre mesi non regolarizzano la propria situazione, rischiano anche la confisca.
Uno stratagemma, quello dell’utilizzo di auto con targa straniera, determinato dalla volontà di risparmiare su voci di spesa quali il bollo e l’assicurazione.
Negli ultimi giorni sono state le Forze dell’Ordine di Prato a effettuare una serie di blitz , emettendo multe per 5mila euro ed effettuando circa 10 sequestri. La maggior parte degli automobilisti colti in flagrante erano cinesi o provenienti dall’Europa dell’Est e circolavano con mezzi di grossa cilindrata il cui valore superava 100mila euro.
Cos’è il bollo auto e perché è dovuto
Questo rappresenta la tassa correlata alla proprietà del veicolo, in passato definita di circolazione, ed è un tributo locale che confluisce nelle casse della regione di residenza.
Solo in caso di furto, demolizione o trasferimento del veicolo all’estero il bollo non deve essere pagato.
Se il tributo non viene corrisposto, la Regione invia un avviso all’automobilista entro tre anni, che si calcolano a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui doveva avvenire il pagamento. Decorso tale intervallo il bollo si ritiene prescritto e il debito è cancellato.
Qualora invece l’avviso di pagamento cada nel vuoto, l’importo viene iscritto a ruolo e la sua riscossione affidata ad AER.
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