Bonus autonomi: dove eravamo rimasti
Nella giungla informativa e comunicativa seguita al Covid19 la confusione è una costante
E le conseguenze sono particolarmente pesanti, quando si tratta di lavoro. Da marzo in poi le regole relative ai bonus per i disoccupati sono state modificate, integrate e rivisitate un numero infinito di volte. Così, molti tra i lavoratori indipendenti non sono riusciti a capire se a maggio riceveranno i 600 euro, come per marzo e aprile, oppure se arriveranno a 1.000 euro. Proviamo a fare chiarezza.
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L’articolo 84 del Decreto Rilancio stabilisce che chi è iscritto alla Gestione Separata, ha contratti di collaborazione coordinata e continuativa e NON è pensionato, può chiedere il bonus per il mese scorso, a condizione che al 19 maggio fosse titolare di una Partita Iva attiva. Inoltre, è necessario certificare di aver subito, nel secondo bimestre del 2020, un calo (ricavi – spese sostenute ) di almeno un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019. Spetta poi all’Inps effettuare controlli ad hoc per verificare l’attendibilità dei dati forniti dal contribuente.
Queste nuove regole rappresentano un boomerang, perché non tamponano le difficoltà materiali di migliaia di liberi professionisti, e anzi stanno già contribuendo ad aggravarle. Sì, perché il requisito relativo al calo da certificare penalizza, ad esempio, i freelance che già lo scorso anno avevano registrato un calo di lavoro. E anche chi, per una crudele ironia della sorte, ha incassato a marzo o aprile 2020 i compensi scaturiti da progetti conclusi a dicembre 2019 o gennaio 2020: e questo perché solitamente le fatture vengono pagate entro un minimo di 30 ed un massimo di 90 giorni.
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