Cartella esattoriale stellare? Il buonsenso è l’unica soluzione (per AER e per il cittadino)

È indubbio. Un debito equivale spesso a un’ipoteca sul futuro, proprio e di chi ci sta accanto

Cartelle-esattoriali-EmpoliCome se non bastasse, “l’effetto domino” innescato dagli interessi di mora può contribuire a ingarbugliare a tal punto la matassa, da rappresentare l’ingresso in un tunnel senza via d’uscita.

Quando si arriva a cifre da capogiro, infatti, saldare la pendenza diventa materialmente impossibile, indipendentemente dalla propria volontà. Ci si ritrova così con mani e piedi legati a doppio nodo, e nessuna possibilità di risollevarsi e voltare pagina.

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Un passo falso che può cambiare per sempre la vita

Questo, in breve, è il quadro della situazione di un ex imprenditore di Empoli, che si è visto notificare una cartella esattoriale da mezzo milione di euro. Essendogli preclusa l’opportunità di pagare beneficiando della rateizzazione o della rottamazione, ha chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria. Il suo auspicio è ottenere un taglio significativo del debito.

 

La prima cartella non si scorda mai

È il 2001 quando l’ex imprenditore riceve il primo avviso di pagamento dall’agenzia di riscossione, all’epoca Equitalia. Negli anni Novanta si era ritrovato alla guida dell’azienda di famiglia, e aveva dovuto fare i conti con una difficile congiuntura economica. Così aveva cominciato a saltare il versamento delle tasse sui redditi.

A distanza di tempo è arrivato il pignoramento della prima casa, che comunque non ha consentito di saldare la pendenza. L’epilogo della vicenda è stata la notifica di una cartella esattoriale superiore a 500mila euro, un terzo dei quali rappresentato dagli interessi di mora.

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Impraticabile l’opzione di aderire alla rottamazione, in quanto, nella “migliore” delle ipotesi, gli verrebbe concesso di spezzettare l’importo totale in cinque rate. Ciascuna di queste però sarebbe di quasi 70mila euro. Neanche il pignoramento dello stipendio risolverebbe le cose, in quanto da questo non si potrebbero detrarre più di 160 euro.

In caso di adesione alla rateizzazione tradizionale, d’altra parte, l’ex imprenditore potrebbe vedersi “spalmare” il debito in 120 rate, equivalenti a circa 5mila euro per dieci anni.

Insomma, questa cartella esattoriale equivale a una sorta di vicolo cieco per l’uomo. Converrebbe comunque anche all’agenzia di riscossione ridimensionare le proprie pretese creditorie, nella speranza di recuperare almeno parte dell’importo. La parola spetta ora al giudice. 

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La redazione