Cartelle, contributi e IVA rimandati a settembre
Il Governo aveva sospeso il pagamento di ritenute e contributi fino al 31 maggio. Che succede, dopo?
E’ una domanda, questa, che sta angosciando milioni di italiani. Le ricadute del Covid19, infatti, sono state più ampie e profonde di quanto istituzioni, comunità scientifica e società si aspettavano. Realisticamente la ripresa del sistema Paese richiederà sei mesi – un anno, perché moltissime attività economiche in procinto di riaprire devono intanto fare i conti con perdite cospicue, a seguito del lockdown durato due mesi.
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Così, nella bozza del Decreto Rilancio in attesa di approvazione è stata inserita anche la proroga del blocco dei pagamenti di numerose voci a carico dei contribuenti. Tra queste, IVA, contributi previdenziali e assistenziali, ritenute sui redditi da lavoro dipendente e similari, e trattenute su addizionali regionali e comunali. I versamenti dovranno riprendere dal 16 settembre scegliendo una delle due opzioni: saldo degli arretrati del 2020 in un’unica soluzione, o “spacchettamento” dell’importo dovuto in un massimo di quattro tranche entro fine anno.
Ci sarà invece tempo fino al 10 dicembre 2020 per mettersi in regola con i pagamenti in sospeso relativi a cartelle esattoriali, o al saldo e stralcio.