Chiusura improvvisa del conto? Incredibile, ma vero
Il Coronavirus ha permesso la “riscossa” dell’online
Lezioni, concerti, videochiamate sono strumenti di primo piano, oggi, ma già in precedenza molti ne avevano riconosciuto la preziosità complementare rispetto agli eventi faccia a faccia. I pagamenti elettronici, invece, erano guardati con scetticismo, se non sospetto da un’ampia fetta di popolazione. L’impossibilità di uscire da casa li ha resi però indispensabili.
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Questo ha reso evidente l’utilità del conto corrente, a dispetto dei luoghi comuni che lo dipingevano come una zavorra, qualcosa di inutile, o meglio utile solo (alle banche) per drenare soldi dai clienti sotto forma di costi di tenuta e interessi. Tuttavia, mentre l’opinione pubblica è inevitabilmente sotto scacco, a livello emotivo e produttivo, un’altra tegola potrebbe cadere.
Rispondendo ad un’interrogazione del senatore Armando Siri nell’ambito della Commissione Finanze del Senato, il Sottosegretario all’Economia Villarosa ha spiegato che gli istituti di credito possono chiudere i conti correnti senza darne preavviso ai clienti. La decisione può essere assunta unilateralmente, a condizione però, che derivi da motivazioni sufficientemente gravi, ad esempio, illeciti di carattere penale.
Sono a rischio, ad esempio, i correntisti che hanno messo in circolazione assegni cosiddetti a vuoto, ovvero, per cui non disponevano della necessaria copertura, e che sono indagati dalla Guardia di Finanza o dalla Procura della Repubblica.
Che fare, quindi, se la banca, di colpo, “chiude i rubinetti”? Ci sono 15 giorni di tempo per espletare le procedure burocratiche di chiusura del conto, che culminano con l’emissione da parte dell’istituto di un assegno circolare a rimborso della somma giacente sull’IBAN. Il brutto è che contestualmente viene inoltrata al CRIF una segnalazione a cattivo pagatore, e parte il circolo vizioso di cui abbiamo parlato in molti nostri articoli e video..
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La redazione