Come evitare il pignoramento attraverso la legge antisuicidi
L’oggettiva impossibilità di arrivare a fine mese
Il periodo compreso tra il 2008 e il 2011 è stato un triennio di fuoco per molti non italiani. Non solo imprenditori e professionisti, ma spesso anche dipendenti pubblici e privati, come pure i pensionati, hanno dovuto fare i conti con l’oggettiva impossibilità di arrivare a fine mese, a causa del tiro incrociato di spese vive, utenze, e uscite impreviste. Come se non bastasse, a complicare il tutto ci si è messa anche la burocrazia, la cui azione, a tratti, si è rivelata inefficiente, pervasiva o addirittura persecutoria.
Alcuni non ce l’hanno fatta a gestire una tale mole di problemi, e, schiacciati da frustrazione e sensi di colpa, sono ricorsi a gesti estremi. Ne è derivata una vera e propria emorragia umana e produttiva, per il Paese. Si è così manifestata l’esigenza di intervenire dal punto di vista legislativo per sostenere e tutelare quanti, per motivi indipendenti dalla propria volontà, non erano in grado di fare integralmente fronte ai debiti.
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Legge anti-suicidi
Da qui è scaturita la legge n.3 del 27 gennaio 2012, emblematicamente ribattezzata anti-suicidi. Il provvedimento è nato con l’obiettivo di individuare una serie di strumenti concreti attraverso cui arginare il problema del sovraindebitamento.
In tal senso, un ruolo chiave è quello assunto non solo dal Giudice dell’Esecuzione, ma anche dal Tribunale Fallimentare. L’azione combinata dei due consente infatti di scongiurare il rischio di incorrere nel pignoramento dei beni mobili e immobili.
Il debitore interessato a beneficiare di una delle procedure regolamentate dalla legge deve, innanzitutto, rivolgersi al Tribunale Fallimentare e, contestualmente, inoltrare una richiesta di sospensione al Giudice dell’Esecuzione. Quest’ultimo, va precisato, non dispone del potere di congelare l’esproprio dei beni.
Al contrario, il Tribunale Fallimentare, dopo aver sottoposto il piano di rientro al professionista delegato, e aver interpellato i creditori, può bloccare il pignoramento.
A questo punto l’interessato integra la procedura di esproprio con il provvedimento ottenuto, conferendo al Giudice dell’Esecuzione la facoltà di sospendere materialmente la suddetta misura.
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La redazione