Come non farti trovare impreparato dalla definizione agevolata
non farti trovare impreparato dalla definizione agevolata!
Scaduti i termini per l’adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali, è tempo, per i contribuenti di tirare le somme e fare il punto su quelli che saranno gli step successivi della procedura
Cosa bisogna pagare e come? Quali cifre vengono stornate?
La rottamazione riguarda gli importi dovuti al Fisco nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016.
Questi potranno essere saldati al netto di sanzioni e interessi di mora e, nel caso di multe stradali, di questi ultimi e delle maggiorazioni contemplate dalla legge.
Le opzioni di pagamento sono molteplici: il debito potrà essere estinto in un’unica soluzione o “spezzettato” in rate fino a un massimo di 5, versando il 70% del totale entro il 2017 e la restante parte l’anno successivo.
La prima scadenza è per tutti a luglio prossimo.
Il contribuente potrà scegliere uno dei seguenti metodi di pagamento:
- domiciliazione bancaria
- portale Equitalia o app Equiclick
- sportelli dell’Agenzia di Riscossione
- bancomat delle banche aderenti al servizio CBILL
- Internet banking
- Poste
- Tramite circuito SISAL o Lottomatica
- Piattaforma PagoPa
- Tabaccai aderenti al circuito ITB
- Sportello degli istituti di credito
La comunicazione di Equitalia
Entro il 15 giugno l’Agenzia di Riscossione scriverà a chi ha aderito alla definizione agevolata per rendere noto quali debiti saranno interessati dal provvedimento, nonché il totale da pagare e le relative scadenze.
È necessario precisare però cosa succede nel caso in cui non vengano saldate alcune rate.
Se si salta la prima, è possibile riprendere il piano di dilazione attivo in data antecedente al 31 dicembre 2016.
Diversa è la situazione se non si versa una delle tranche successive: in tal caso infatti il piano precedente è automaticamente revocato.
“Attenzione agli interessi da pagare”
Come già evidenziato, la sensazione di molti addetti ai lavori è che la definizione agevolata non sarà tale per i contribuenti.
“Il Fisco ha sollecitato i cittadini a sottoscrivere il provvedimento illudendoli di risparmiare sui tassi. In realtà, li ha re-introdotti anche se in misura attenuata”. Così Federcontribuenti, che ha evidenziato come le rate successive alla prima saranno gravate da interessi del 4,5% annuo, calcolati a partire dal 1 agosto prossimo.
L’avvertenza per tutti è di verificare, prima di iniziare a pagare, che la somma di partenza sia esatta, in quanto ci sono già stati casi in cui, sulla cartella esattoriale, le sanzioni sono state indicate con la lettera I e non con la S; ciò ha fatto lievitare il debito anche del 30%.
È capitato peraltro spesso che, nel computo dell’importo finale da versare, l’Agenzia di Riscossione abbia incluso crediti già estinti o annullati. In tutti questi casi, per tutelarsi, è necessario inoltrare richiesta di rettifica agli Enti coinvolti entro il 15 giugno.
da redazione