Come tutelarti se la cartella esattoriale “dà i numeri”?
21.09.2017 12:43
Fare i conti con un debito non è mai piacevole
Può essere doppiamente sgradevole e complicato laddove l’importo iniziale sia “lievitato”. Ciò accade in caso di ritardati versamenti o se si usufruisce di una rateizzazione.
D’altro canto una maggiorazione impropria può invece essere determinata da errori di calcolo, e questi consentono al contribuente di mettere in discussione la validità della cartella esattoriale che li contiene. Esaminiamo di seguito i più frequenti.
Leggi anche
Interessi di mora
Questi vengono sommati all’importo originario senza che l’ente riscossore specifichi qual è l’aliquota utilizzata. A tal proposito è intervenuta la Cassazione con la sentenza n.4516 del 2012, che ha esplicitamente riconosciuto in capo al suddetto organismo l’obbligo di fornire all’interessato tutte le informazioni di dettaglio attraverso la cartella esattoriale. Un dovere, questo, che se viene disatteso, rende nulla la stessa.
Anatocismo
Il Codice Civile (articolo 1283) ha chiaramente bollato come illegittima l’applicazione degli interessi su altri interessi. Altra procedura illegale è quella che prevede il calcolo degli interessi sulle sanzioni.
Tuttavia può succedere che, trascorsi due mesi dalla notifica della cartella esattoriale, la stessa venga inficiata dall’utilizzo del metodo anatocistico.
In tal caso gli interessi di mora e l’aggio devono essere calcolati nuovamente, tenendo conto unicamente dell’ammontare del tributo.
Leggi anche
Il contribuente ha diritto di sapere come si è arrivati all’importo finale
Qualora l’ente riscossore non fornisca adeguate informazioni in merito al metodo di calcolo utilizzato, si parla di errore di forma, e in tal senso si sono pronunciate la Commissione Tributaria Regionale di Lecce (sentenza n. 1634 del 2017) e la Corte di Cassazione (sentenza n. 9799/2917).
Per tutelarsi sono fondamentali le tempistiche. È infatti necessario inoltrare ricorso davanti al giudice entro 60 giorni, che si dimezzano in caso di infrazioni al codice della strada, e che diventano 40 nel caso di cartelle scaturite da contributi INPS e INAIL.
La redazione