Confedercontribuenti denuncia Banca Popolare di Verona
E' passata sotto traccia, come tutto ciò che smaschera le condotte poco edificanti di chi detta legge in Italia ma meriterebbe massima visibilità ed attenzione l'iniziativa di Confedercontribuenti che si è svolta nella giornata di sabato a Padova. La prima di tre importanti giornate di mobilitazione su Banche e Fisco, che avranno un seguito nelle prossime settimane in Abruzzo e Sicilia.
Nel corso di una vibrante conferenza stampa che ha fatto registrare la presenza di decine di imprenditori vittime della prepotenza bancaria, sono stati esposti i contenuti di una denuncia penale per usura ed estorsione contro la Banca Popolare di Verona che l'associazione depositerà nei prossimi giorni presso la Procura della Repubblica.
La denuncia, ha spiegato l'avvocato di Conferdercontribuenti, è suffragata da quattro perizie econometriche; è stata utilizzata quella con i valori minori. Nel 2010 si è passati da un tasso di interesse del 238,42 per cento nel primo trimestre a 385,87 nel secondo trimestre, per finire con 429,18 nel terzo trimestre.
Duecento, trecento e quattrocento per cento. Non sono allucinazioni ma numeri reali, purtroppo. Sono lo spessore di un cappio che sta strozzando la vita in gola a tanti nostri connazionali. L'entità del finanziamento non è alta, ed è stato preso ad esempio questo caso per dimostrare che anche nei piccoli importi le banche applicano interessi devastanti per i contribuenti. Ad aggravare questi fatti concorre l'elemento psicologico, vessatorio, messo in atto da funzionari delle filiali.
Dai casi presi in esame, emerge nitidamente una forte connivenza tra il mondo bancario e le istituzioni che imbriglia i procedimenti giudiziari. Il Presidente di Confedercontribuenti Veneto, Alfredo Belluco, ha ribadito la volontà della confederazione di “non mollare, mettendoci la faccia a fianco delle aziende e dei contribuenti, senza fare sconti a nessuno”.
Durissime le parole pronunciate da Don Enrico, parroco di Desio. “Le banche oggi, ha tuonato il parroco, sono molto lontane da quella che era la loro funzione iniziale di sostegno e di aiuto ai poveri; al contrario oggi le banche li uccidono in una società in cui la quantità del denaro ha schiacciato la qualità della vita”. E ancora: “In una società in cui si assiste ad una crisi della moralità, in cui lo Stato sostiene le banche; un peccato mortale che si traduce in un omicidio di Stato, dove la prepotenza economica si trasforma in una bestemmia organizzata costruita sulla pelle dei più poveri”. Parole che, è quasi superfluo farlo notare, non arriveranno agli inquilini con il vitalizio dei Palazzi romani, troppo presi da spartizioni ed apparizioni modaiole. Il popolo affonda ma loro continuano a fregarsene.