Confindustria: incentivare i pagamenti elettronici per combattere evasione
Brutto, sporco…e cattivo. Il contante secondo qualcuno
Si può riassumere così il movimento d’opinione, formatosi recentemente, in netta contrapposizione all’utilizzo del denaro fisico. Cash = evasione fiscale? Non sempre, e non per tutti i cittadini. Senza contare che, in un Paese come l’Italia, tradizionalmente ancorato alle ricchezze tangibili, la creazione di una cultura economica digitale condivisa richiede tempo, pazienza…e risorse da investire.
L’ultima proposta relativa al disincentivo dell’uso dei contanti è arrivata da Confindustria. A settembre scorso, infatti, l’organizzazione degli imprenditori ha stilato un documento finalizzato a promuovere i pagamenti tramite POS e contrastare l’incremento dell’IVA.
“L’abuso” di denaro fisico, secondo Confindustria, è controproducente per due motivi: rappresenta una ghiotta occasione per chi vuole fare il furbo, e costa in termini di gestione delle transazioni.
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Cosa prevede la proposta di Confindustria?
La nota dell’organizzazione degli imprenditori suggerisce l’introduzione di una tassa sul prelievo da ATM di importi superiori a 1500 euro pari al 2%. Specularmente, i virtuosi che effettueranno pagamenti tramite carta, bancomat e bonifici otterranno una detrazione di pari valore al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.
…che succede se sposti somme “importanti”?
Banche e Poste Italiane devono comunicare ad Agenzia delle Entrate Riscossione tutte le operazioni che riguardano importi superiori a 10mila euro, comprensivi di prelievi e versamenti.