Conto corrente cointestato: che succede se ci ripensi?
La condivisione porta sempre con sé gioie e dolori
Sia che abbia carattere materiale che immateriale. Così, ad un certo punto una delle parti può decidere di sganciarsi, ma per farlo è necessario espletare un iter ben preciso. Chè una separazione, di qualunque natura sia, comporta un riassetto per ciascuno dei soggetti coinvolti.
Ad esempio, quali sono le conseguenze del recesso (ovvero, dell’uscita) da un conto corrente cointestato da parte di uno dei titolari?
Può succedere, infatti, che coniugi, fratelli, genitori e figli o coppie conviventi decidano di intestarsi un IBAN comune, da cui attingere per le spese domestiche, e che sia disponibile anche in caso di urgenza (sanitaria, professionale) di entrambi o di uno dei due.
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Nel tempo, però, le cose possono cambiare…e quasi sempre lo fanno. I figli crescono, cominciano a lavorare, e quindi raggiungono l’indipendenza da tutti i punti di vista, e le coppie, talvolta si rompono. Sarebbe perciò illogico che la cointestazione di un conto fosse irreversibile.
La buona notizia è che ciascuno dei titolari dell’IBAN può “sfilarsi” in qualunque momento, senza pregiudicare l’esistenza del conto stesso, che chiaramente resterà nella disponibilità esclusiva dell’altro/altra. È sufficiente informare preventivamente la propria banca tramite raccomandata a/r, posta elettronica certificata, o semplicemente recandosi allo sportello. Non si è tenuti, peraltro, a indicare le motivazioni da cui è scaturita la decisione.
Contestualmente è buona norma avvisare anche l’altro/altra intestataria del conto corrente.
La “spartizione dei pani e dei pesci”, però è meno…tempestiva. La divisione delle quote - e la liquidazione di quella destinata al titolare uscente - richiede infatti la preventiva autorizzazione del (o dei) cointestatari restanti.