Cos’è e come funziona il fondo destinato alle vittime di reati bancari
Dopo due anni a dir poco burrascosi, potrebbe esserci un nuovo inizio all’orizzonte, per i cittadini che hanno subito illeciti finanziari.
A dicembre scorso la Camera dei Deputati ha infatti raddoppiato la dotazione economica del Fondo ad hoc in fase di istituzione. Il budget disponibile passa quindi da 50 a 100 milioni di euro. Contestualmente la finestra temporale per l’emanazione del decreto attuativo è stata fissata a 90 giorni, a fronte dei 180 preventivati dal Senato.
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I numeri del Fondo Vittime Reati Finanziari
Il budget previsto sarà “spalmato” su quattro anni a partire dal 2018; l’emendamento che ha consentito il raddoppio è stato proposto da un gruppo di deputati del PD.
Il fondo verrà impiegato seguendo un criterio cronologico ed entro i limiti di dotazione. Le risorse a cui attingerà saranno prelevate dai conti correnti dormienti. La Finanziaria Tremonti del 2006 aveva infatti creato uno strumento di indennizzo ad hoc per i risparmiatori travolti dal crack dei bond argentini.
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La peculiarità che rende il Fondo Vittime Reati Finanziari unico nel suo genere è rappresentata dal fatto che a essere rimborsati saranno gli azionisti.
Si tratta insomma di un segnale senz’altro apprezzabile, che però costituisce un tassello e non l’intero mosaico, per quanto riguarda la tutela dei risparmiatori frodati. Persone che ancor prima dei soldi hanno perso la fiducia negli interlocutori bancari.