Debiti: come calcolare l’importo massimo pignorabile?
A qualcuno potrà sembrare strano, invece è così. Il creditore ha il diritto di rivalersi sul debitore pignorando beni di valore superiore all’importo dovuto. La legge infatti, prevede la possibilità di esigere fino a una volta e mezza l’ammontare del debito. Ciò in virtù dei costi sostenuti dal creditore per intraprendere l’azione legale che, evidentemente, non può essere a suo carico.
In genere si procede attraverso la vendita giudiziaria dei beni esistenti. Il ricavato viene utilizzato per risarcire il debito, coprire le spese legali e gli interessi maturati. Eventuali eccedenze rientrano nella disponibilità del debitore, come pure nel caso di pignoramento del conto corrente.
Tuttavia, il debitore può “anticipare i tempi” inoltrando istanza di riduzione del pignoramento. L’azione è finalizzata a ridimensionare l’impatto economico dell’azione, ritenuta sproporzionata. Il giudice deve pronunciarsi entro venti giorni. Così, può limitare il provvedimento fino a raggiungere l’ammontare dovuto più interessi e spese, sia nel caso in cui siano coinvolti beni che conti correnti.