Debiti con Aer “congelati”: il 15 ottobre si avvicina
“Se ne riparla a settembre”
E’ così che la stragrande maggioranza di noi procrastina qualunque decisione o progetto da avviare, quando scocca giugno. Questa modalità, a dire il vero, piace molto anche alle istituzioni, soprattutto in tempi drammatici, quando l’assunzione di provvedimenti impopolari potrebbe far saltare la polveriera del malumore dell’opinione pubblica.
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Così, a seguito dell’esplosione della pandemia di Covid19, innumerevoli scadenze finanziarie sono state congelate, inanellando una proroga dietro l’altra. L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella del 15 ottobre prossimo, coincidente con la conclusione della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governo. I contribuenti hanno comprensibilmente tirato un sospiro di sollievo: tra Cig e chiusura di imprese ritenute indistruttibili, chi ancora ha un lavoro deve ritenersi fortunato…e sacrificare il sonno alla ricerca della quadra tra entrate ed uscite, inevitabilmente lievitate.
Vi siete chiesti però quanto costerà allo Stato (e quindi a noi, nello specifico alle generazioni future) questa ulteriore proroga, che sposta l’asticella dei crediti da incassare in avanti di 45 giorni? Quasi 170 milioni di euro che andranno a gravare sul già cospicuo indebitamento netto. Questo a fronte di circa 9 milioni di cartelle “sospese”, perlopiù relative a importi al di sotto di 5mila euro.
E se, come alcune testate hanno reso noto, ci sarà un’ulteriore congelamento delle tasse, la cifra crescerà in un modo difficile da prevedere e quantificare, poiché agli importi già scaduti se ne aggiungeranno migliaia di “freschi”. Auspicabile, quindi, che Aer al tombale “liberi tutti” in chiave fiscale preferisca un approccio differenziato, vale a dire a scaglioni, dando priorità, per quel che riguarda la ripartenza dei pagamenti, a quelli più importanti e “pesanti”.