Decreto Liquidità: velocità e zero garanzie un miraggio, anche se chiedi 25mila euro
Il debutto del Decreto Liquidità si può paragonare a certe conoscenze nate in chat
Tante parole che suscitano aspettative e speranze, evocando valori profondi e promettendo vicinanza e supporto…ma che poi si sgonfiano come palloncini al fatidico momento dell’incontro faccia a faccia.
Nei giorni scorsi le banche hanno cominciato a contattare le aziende clienti per proporre l’accesso ai vari “tagli” di credito disciplinati dal Decreto Liquidità…e la mole di modulistica richiesta sconfessa già i due pilastri su cui si fondava la tanto sbandierata “potenza di fuoco”, vale a dire rapidità e garanzie assenti o molto blande.
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Abbiamo potuto visionare gli allegati che un noto istituto di credito italiano ha inviato ad un imprenditore e abbiamo constatato che perfino l’erogazione dell’importo più basso tra quelli previsti (25 mila euro) costituisce una vera e propria corsa ad ostacoli.
Tanto per cominciare, infatti, oltre ad un modulo lungo quattro pagine, l’azienda deve inoltrare al gestore del fondo tutta la documentazione necessaria a certificare l’attendibilità delle informazioni indicate nel medesimo form (di cui, quindi non si comprende l’utilità). L’istituto di credito che erogherà gli agognati 25mila euro potrà comunque trasmettere al gestore del fondo ulteriori dati inerenti l’imprenditore richiedente ed estrapolati dalle Centrali Rischi.
Il gestore del fondo potrà, peraltro, effettuare ispezioni in loco in qualunque momento e senza alcuna restrizione, trasmettendo relativa documentazione (definita supplemento di istruttoria) alla banca. Ma non si era detto che i finanziamenti entro 25mila euro non avrebbero richiesto alcun tipo di valutazione preventiva?
Dulcis in fundo, qualora il credito dovesse essere ritirato, l’azienda dovrà rimborsare la somma percepita al Fondo erogante.
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La redazione