Decreto Rilancio: corsia preferenziale per i “decotti”
Ci vorrebbe lo Stato, per salvare la banca
Ci sono cose che non cambiano. Tra queste c’è il rapporto tra Governo ed istituti di credito. Il primo non lascia mai soli i secondi, neanche durante una pandemia che ha modificato radicalmente l’assetto sociale e produttivo del Paese, determinando ripercussioni difficili da prevedere, su privati e aziende.
Il Decreto Rilancio (ex Decreto Aprile) annunciato nei giorni scorsi prevede, tra le altre cose, anche un robusto sostegno economico alle banche definite, con termine assai eloquente, decotte. Lo Stato, infatti, stanzierà 100 milioni di euro per le procedure di liquidazione coatta amministrativa riguardanti gli istituti di “ridotte dimensioni”.
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L’intento è quello di facilitare il passaggio della banca al soggetto interessato a rilevarla ricorrendo, ad esempio, al credito d’imposta.
L’intervento statale in favore delle banche decotte ha suscitato numerose perplessità in quanto la liquidazione coatta amministrativa presenta analogie con la liquidazione fallimentare, procedura adottata nei confronti di Banca Etruria alla fine del 2015. E il ricordo delle conseguenze che questo produsse su migliaia di correntisti è ancora vivo…