Ecobonus al 110%: paga Pantalone?
Decreto Rilancio: stimolare e promuovere la ripresa economica…ma di chi?
Inevitabile porsi la domanda, dopo aver letto l’ennesimo provvedimento che – in linea teorica – dovrebbe accompagnare le famiglie al ritorno alla normalità, quale che sia. Il Governo, infatti, anziché mettere sul piatto nuove risorse economiche, si limita a promettere bonus, integrazioni e finanziamenti a fondo perduto chiedendo ai contribuenti o alle banche di anticiparli. Ad accomunare gli uni e le altre, però, c’è una marcata diffidenza, per opposti motivi. Insomma, sia chi fa fatica ad arrivare a fine mese che i soggetti in grado di mettere in circolo liquidità hanno una scarsa propensione a farsi carico di spese che forse verranno rimborsate.
Ti potrebbe interessare
Covid19: chi può richiedere i 1.000 euro a fondo perduto
Tuttavia, se nel caso di contribuenti che hanno subito una drastica riduzione di entrate la diffidenza è legittima, risulta difficile comprendere perché gli istituti di credito si rifiutino ad assolvere il proprio ruolo. L’ultimo, in ordine di tempo, emblematico, esempio è legato al bonus del 110% inserito nel Decreto Rilancio e destinato a chi effettua lavori di ristrutturazione o antisismici.
Una misura, questa, definita green in quanto finalizzata a incentivare l’efficientamento degli edifici guadagnando due classi energetiche o comunque quella più alta prevista dall’Ape (Attestato di Prestazione Energetica).
L’eco-bonus può essere riscosso in due modi:
- detrazioni fiscali da ripartire su un periodo massimo di 5 anni;
- cessione del credito dal contribuente alla ditta che realizza i lavori e, attraverso quest’ultima, ad una banca.
State già preparando un elenco lungo e particolareggiato degli interventi da fare in casa per sfruttare il rimborso integrale con aggiunta di un’ulteriore 10%? Prima di contattare la ditta e prendere accordi, fatevi un paio di domande.
Come pensate che si espleterà CONCRETAMENTE la cessione del credito? Ammettendo che vi venga accordato l’eco-bonus, a chi dovrete comunicarlo, per poterne usufruire? E ancora: in che modo verrà pagata l’azienda che effettua i lavori? L’istituto di credito le farà un bonifico “sulla fiducia”? Anche tralasciando per un attimo la rigidità delle procedure burocratiche bancarie ed ipotizzando che la risposta sia sì, come farà a recuperare la cifra sborsata?