Imprese stremate dalla crisi (e dalle banche)

I bersagli preferiti della crisi sono le aziende, che,come si dice, si trovano tra due fuochi: da una parte le tante famiglie che da loro dipendono, e dall’altra le banche. Queste ultime infatti non perdono occasione per esercitare il proprio potere: basti pensare che lo scorso anno, a fronte del quasi 40% di imprenditori che ha chiesto un prestito, solo due su tre lo hanno ottenuto.

Si innesca così una spirale viziosa, per cui ci si rivolge a “privati” per ottenere un finanziamento, si paga sempre più in ritardo, e ci si indebita sempre di più, arrivando alla media di 180.000 euro (il doppio della cifra di dieci anni fa). Come spesso accade, è il Sud a subire lo scotto più forte. A quantificare il fenomeno è stata la Fondazione Antiusura Interesse Uomo per Unioncamere. Tra le varie categorie professionali, i commercianti sono spesso le vittime annunciate, soprattutto in Campania, Lazio, Sicilia e Puglia, cui segue la Lombardia. Emerge quindi un’evidente connessione tra usura e criminalità organizzata.

E il quadro non cambia se si analizza l’Indice di Rischio Usura pubblicato annualmente dalla CGIA di Mestre. Questa, ancora una volta, evidenzia i tanti elementi di criticità e allarme presenti al Sud. «Tra il maggio del 2012 e lo stesso mese del 2013 la riduzione nell’erogazione dei crediti ha interessato soprattutto la Calabria (-4,3%, pari ad una variazione di -374 milioni di euro), la Basilicata (-4,2% che corrisponde a -102 milioni), la Sicilia ed il Molise (entrambe con -2,7% ed una contrazione rispettivamente di 789 e di 40 milioni di euro) e la Campania (-2,6% con un monte impieghi che è diminuito di 794 milioni di euro)». 

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