Risarcimento per chi subisce il prolungato e illegittimo fermo amministrativo
Che succede nel caso di scambio di persona?
“L’incrocio” tra un automobilista e una multa può essere molto pericoloso, al pari di un toro che si ritrova davanti un drappo rosso. Una combo esplosiva, capace di mettere a repentaglio le coronarie, soprattutto se l’importo contestato è, di fatto, assolutamente non dovuto.
Che succede, ad esempio, nel caso in cui avvenga uno scambio di persona?
A farne le spese, ovviamente, è chi, purtroppo, si vede notificare l’infrazione al Codice della Strada.
E allo sconcerto per la multa “piovuta dal cielo” rischiano di sommarsi, per un perverso effetto domino, ulteriori danni collaterali, tra cui il fermo amministrativo del veicolo. Un provvedimento, questo, che spesso rappresenta l’anticamera della paralisi professionale e personale.
Così, l’intervento delle associazioni dei consumatori può rivelarsi provvidenziale e fare la differenza, come dimostra una vicenda svoltasi a Pisa nelle scorse settimane.
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Per un errore burocratico
Infatti, un automobilista non ha potuto usare la sua auto per più di tre anni. Dopo aver intrapreso le vie legali, però, ha visto riconoscere le sue ragioni, ed Equitalia è stata chiamata al risarcimento delle spese, come pure del disagio connesso al mancato impiego del veicolo.
L’ex ente riscossore deve pagare essendosi macchiata di mala fede e colpa grave.
La sentenza
Il Giudice di Pace di Pisa ha rilevato da parte di Equitalia un approccio omissivo e quindi non propositivo né costruttivo. Questa infatti non aveva modificato il proprio atteggiamento neppure a seguito degli svariati giudizi che avevano accertato le sue responsabilità.
Tutto era cominciato quando a un automobilista era stato comunicato l’imminente blocco del veicolo in caso di mancato pagamento di un debito. Dal canto suo l’uomo aveva chiesto all’ente riscossore di cancellare il provvedimento in virtù dell’avvenuto scambio di persona. Invece, per tutta risposta, Equitalia aveva iscritto il fermo al PRA.
L'epilogo della storia
Così, il malcapitato aveva chiesto aiuto a Confconsumatori di Pisa e inoltrato due ricorsi finalizzati a ottenere la cancellazione della cartella e delle sanzioni correlate (nel caso specifico, il blocco del veicolo). A nulla però era valso aver incassato altrettanti verdetti positivi, così era stato necessario coinvolgere nella vicenda il Tribunale di Pisa ottenendo, finalmente, la revoca del fermo amministrativo.
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A quel punto è stato interpellato anche il Giudice di Pace del capoluogo toscano, che ha accordato all’automobilista non solo il risarcimento integrale delle voci di spesa sostenute nel corso del tempo, ma anche un importo ulteriore per il disagio subito a causa della prolungata e coatta indisponibilità del mezzo di trasporto.
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La redazione