Fermo amministrativo: che succede se il veicolo è cointestato?
Condividi con tuo fratello un’auto acquistata anni fa da vostro padre
Un giorno, all’improvviso, ricevi una busta “misteriosa”: Agenzia delle Entrate Riscossione ha iscritto sul veicolo un fermo amministrativo. La prima e più immediata conseguenza è che non puoi più circolare; nel peggiore dei casi rischi il sequestro dell’auto e la sua cancellazione del PRA.
Come si è arrivati a questo? Quasi certamente ti sei posto la domanda dopo aver letto la comunicazione del Fisco, vero e proprio fulmine a ciel sereno. La verità viene a galla rapidamente: tuo fratello, il cointestatario, non ha pagato l’importo relativo a una o più cartelle esattoriali a suo nome. Ma è legittimo che un terzo, ignaro, per il solo fatto di condividere la proprietà di un bene con il debitore, debba subire le conseguenze di una sua negligenza?
La Commissione Tributaria Regionale del Piemonte ha risposto al quesito definendo illecito il fermo amministrativo di un’auto cointestata, se non tutti i proprietari sono indebitati verso AER. Dunque, quando l’ente verifica che il veicolo è intestato a più persone, tecnicamente dovrebbe astenersi dal provvedimento.
Spesso succede che un veicolo venga cointestato a un parente stretto tramite donazione del 50% del bene. Il Codice Civile stabilisce però che gli atti a titolo gratuito come la donazione possono essere revocati entro 5 anni se si dimostra che hanno determinato una decisiva riduzione del valore delle proprietà del debitore.
Pericolo scampato, quindi? Nì, perché, anche se il fermo non può concretizzarsi, la circolazione è vietata, pena il pagamento di una multa dall’importo compreso tra 714 e 2859 euro.
È possibile prevenire il fermo amministrativo? Fortunatamente sì: è sufficiente che, prima che ne decorra l’iscrizione, il comproprietario in debito con AER ceda la sua quota all’altro cointestatario. O, in alternativa, che chieda la rateizzazione dell’importo pendente congelando il blocco dopo il pagamento della prima rata.
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