Fermo amministrativo: quando scatta e come sospenderlo
In caso di debiti il blocco dell’auto è un finale annunciato e obbligato?
Fortunatamente no, il provvedimento può essere scongiurato se il contribuente richiede ad Agenzia delle Entrate Riscossione la rateizzazione, vale dire la suddivisione in tranche periodiche dell’importo da pagare.
Per congelare CONCRETAMENTE le ripercussioni del fermo amministrativo, però, è necessario saldare la prima rata, e depositare presso il Pubblico Registro Automobilistico l’originale del documento emesso da Agenzia delle Entrate Riscossione. È il Fisco, infatti, che dà ufficialmente il via libera alla sospensione temporanea delle ganasce fiscali, e solo dopo questo passaggio l’automobilista può ricominciare ad utilizzare il veicolo senza incorrere in una multa che va dai 700 ai 3.000 euro circa.
La cancellazione del fermo, invece, avviene solo DOPO che il debito è stato estinto, e che quindi sono state pagate tutte le rate. Anche in questo caso, comunque, è necessario che AER rilasci un documento ad hoc, e che questo sia consegnato al PRA.
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…e se non rateizzi?
Il creditore può effettuare le ricerche propedeutiche ad individuare i beni di tua proprietà, ed eventualmente decidere di richiedere un fermo sulla tua auto attraverso l’intervento dell’ufficiale giudiziario.
L’articolo 492 del Codice Civile tratteggia gli obblighi che gravano sul custode del veicolo nei 10 giorni entro cui deve consegnarlo, unitamente ai documenti ci circolazione, all’Istituto di Vendite Giudiziarie del Comune di residenza. L’auto NON può essere venduta, né regalata e neppure cointestata.
Se il debitore non consegna l’auto nell’arco di tempo fissato, il creditore può chiedere l’intervento della forza pubblica.