Fermo, ridotto del 50% circa debito mutuatari. “Ci fu usura bancaria”
05.03.2018 13:14
Veder “dimagrire” drasticamente la cifra da restituire alla banca: sogno o realtà?
A determinarlo, in misura pressoché decisiva, sono l’efficacia dell’azione intrapresa dai propri legali, e la lungimiranza del giudice chiamato a pronunciarsi. Nei giorni scorsi la controversia si è risolta positivamente per una coppia di albanesi residenti a Porto Sant’Elpidio (Fermo), che nel 2006 avevano acceso un mutuo presso la filiale locale di uno dei principali istituti di credito italiani. Il saldo del mutuo sarebbe infatti lievitato patologicamente a causa dell’applicazione di interessi usurari.
Il giudice Maura Diodato del Tribunale di Fermo ha così intimato alla banca di trasformare il contratto da oneroso a gratuito, ridimensionando drasticamente l’importo da restituire. Non più 120mila euro circa, bensì poco meno di 70mila.
Cosa fare quando la rata del mutuo diventa insostenibile?
La coppia di mutuatari si era rivolta a uno studio legale otto anni fa, quando non era più riuscita a far fronte alle spese connesse al finanziamento. Nel 2015, avvalendosi del supporto dell’associazione SOS Utenti, era stato chiesto l’intervento del Tribunale di Fermo, e un perito aveva evidenziato che il contratto stipulato con l’istituto di credito aveva carattere usurario.
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Quali sono le voci che “gonfiano” la somma da restituire alla banca?
Nel caso specifico, ad appesantire sostanziosamente la rata mensile avevano contribuito molteplici elementi: gli oneri accessori, la commissione determinata dalla risoluzione per decadenza del beneficio, e la penale connessa alla chiusura anticipata del finanziamento.
Gli oneri accessori includono voci quali le commissioni per l’intermediazione, le spese fiscali e quelle notarili, nonché istruttoria e perizia. Il loro ammontare incide sulla determinazione del TEGM (Tasso Effettivo Globale Medio), che corrisponde all’ammontare medio del credito. Se tale parametro supera il valore soglia fissato periodicamente, insorge l’usura bancaria.
Dal canto suo, però, l’istituto di credito cui la coppia si era rivolta aveva dichiarato che, essendo gli oneri accessori eventuali, non potevano entrare in gioco nel computo del tasso relativo al finanziamento. Il giudice del Tribunale di Fermo ha invece “sposato” la tesi secondo cui a rendere patologicamente alti gli interessi pagati dai mutuatari concorrono tutte le spese, presenti e successive.
L’episodio in esame sarebbe emblematico della situazione che caratterizza le Marche, secondo Andrea Torresi, delegato regionale di SOS Utenti. Dati alla mano, il 30% dei rapporti "bollati" dalle banche come a sofferenza, sarebbe minato da tassi d’interesse illeciti. Questo corrisponderebbe a circa 2 miliardi di euro impropriamente pretesi nei confronti di privati cittadini e imprese.
Dunque, in un caso su tre, chi viene sbrigativamente catalogato come cattivo pagatore non solo non sarebbe in debito verso la banca, ma vanterebbe verso di questa addirittura un credito.
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La redazione