Genova: salvata artigiana grazie a legge salvasuicidi
Davanti ai debiti NON siamo tutti uguali
Le cronache quotidiane sono costellate di notizie su “evasori eccellenti” emersi per semplice casualità dopo anni, e che se la cavano con una sanzione equiparabile ad un buffetto sulla guancia.
L’altra faccia della medaglia, però, è rappresentata da migliaia di “anonimi” contribuenti che subiscono vere e proprie stangate a fronte di cifre modeste. E di situazioni pregresse che li hanno messi con le spalle al muro, obbligandoli ad evadere, in quanto in gioco c’era la sopravvivenza.
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La legge n.3 del 2012 sul sovraindebitamento, definita salva-suicidi ha rappresentato un elemento di discontinuità importante, segnando un punto a favore dei contribuenti. Il provvedimento ha infatti introdotto un principio importante: i debiti NON sono tutti ugualmente solvibili, perché differenti sono le situazioni ed il contesto in cui sono inseriti i debitori. È quindi necessario, di volta in volta, individuare un compromesso tra questi ed i creditori, per tenere insieme due esigenze altrettanto legittime. Non finire sul lastrico e diventare preda della disperazione, e avere indietro i propri soldi.
Nonostante la scarsa risonanza registrata dalla Legge sul Sovraindebitamento da parte dei mezzi di informazione, si moltiplicano i suoi contesti di applicazione. Sempre più avvocati si avvalgono di questa per dipanare l’intricata matassa debitoria dei propri clienti.
Nei giorni scorsi è stata un’artigiana genovese a beneficiare degli strumenti messi a disposizione del provvedimento, che ruota intorno al principio che ciascuno ha diritto a pagare i propri debiti in rapporto alla propria disponibilità economica.
Così, la sua pendenza nei confronti di Agenzia delle Entrate Riscossione è stata tagliata del 93%. L’iniziale importo di 100mila euro è stato “asciuttato” fino ad arrivare a 7mila. Un parziale lieto fine, o meglio, un epilogo un po’ meno amaro, per una contribuente che nel 2008, come migliaia di altri italiani, a causa della crisi economica era stata costretta a chiudere la merceria che aveva aperto nel 1996.