Gli pignorano la casa e la ricompra un amico. Suicida imprenditore edile
Carrara, 60 anni, un’azienda sana, una vita di affetti, e poi tutto va in pezzi per la crisi. Le cartelle esattoriali, i debiti con le banche … e la goccia che fa traboccare il vaso: il pignoramento della casa in cui viveva con la moglie, e la vendita all’asta conclusa nel peggiore dei modi. L’imprenditore edile Giuseppe Pensierini se n’è andato così. Si è suicidato, sprofondando la famiglia in una disperazione lancinante.
La villetta era stata tirata su dall’uomo con l’aiuto della figlia, rappresentando il coronamento di una vita di sacrifici materiali ripagati e di amore, la sua e quella della moglie Antonella, compagna di una vita.
Giuseppe aveva infatti iniziato a lavorare giovanissimo, aprendo la partita IVA a 20 anni. L’attività aveva funzionato bene per anni, poi però sono iniziati i problemi economici, e con questi si sono incrinate le certezze su cui aveva costruito la sua felicità. Eppure qualcosa, credeva, sarebbe rimasta incrollabile, un punto di riferimento. La casa.
Purtroppo non è stato così, e l’immobile è stato messo all’asta. Appena qualche giorno prima Giuseppe Pensierini aveva presentato domanda al Tribunale per poterlo ricomprare, confidando nel fatto che svariati tentativi di vendita fossero falliti. Poi ad acquistare è stato un amico, e gli è crollato il mondo addosso.
“Ricominceremo piano piano, proprio come tanto tempo fa, quando eravamo giovani”, gli aveva detto la moglie. Ma l’amore stavolta non è bastato a dissipare amarezza e dolore.. Vedere andare in frantumi un’intera vita è stato troppo. Così, forse per una sorta di pudore misto a vergogna, ha raccontato una bugia ai familiari, e si è impiccato. E dire che la figlia aveva, quasi certamente, avuto un presentimento. Papà non farmi stare in pensiero”.
Giuseppe Pensierini ha lasciato due biglietti, uno per l’amico che ha comprato casa sua, e uno per i giudici del Tribunale di Massa. “Scusami ma non potevo più vivere, sarei morto lentamente e io non volevo che soffrissi tanto. Spero di ritrovarti in un mondo migliore dove posso sposarti di nuovo”. Ha lasciato scritto alla moglie.
La famiglia dell’uomo ha voluto rendere nota la vicenda. “Diciamolo chiaramente che questo gesto non è stato fatto perché veniva a mancare un tetto e quattro mattoni, ma per la delusione, il rimorso di aver commesso degli errori,l’averci provato in tutte le maniere, aver provato a far capire ai giudici e non essere ascoltato. Noi ripetiamo quello che tu ci hai chiesto di far sapere, ma non ti assicuriamo che le persone coinvolte riusciranno a farsi un esame di coscienza. Ovunque tu sia babbo camminerai a testa alta. Te lo meriti”.