I tribunali d’Italia uniti dalle sentenze contro l’usura bancaria
TAEG, decreto ingiuntivo e regola del saldo zero
Negli ultimi mesi del 2017 i tribunali d’Italia hanno emesso una serie di sentenze relative al tema dell’usura bancaria. Ad accomunare queste pronunce è il fatto che hanno riconosciuto le ragioni dei cittadini, costituendo presumibilmente anche il precedente per future controversie da regolamentare.
Un sottile filo rosso collega L’Aquila a Siena e Taranto ponendo le basi per un nuovo orientamento giurisprudenziale in materia di illeciti bancari. Esaminiamo in dettaglio il contenuto delle singole sentenze.
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Decreto ingiuntivo: l’onere della prova spetta alla banca
In questi termini si è pronunciata la Corte di Appello di L’Aquila il 6 dicembre 2017. La pronuncia, incentrata sulla disciplina del rapporto tra le parti derivante dall’apertura di conto corrente, stabilisce che, se in primo grado l’istituto di credito non è in grado di dimostrare l’origine del saldo negativo, quello iniziale va considerato pari a zero.
È quindi necessario decurtare dal primo estratto conto la quota non dovuta di interessi.
Come calcolare il TAEG per verificare se c’è stata usura?
Il Tribunale di Siena si è pronunciato sul punto lo scorso 21 novembre. Nel computo del Tasso Annuo Effettivo Globale bisogna ricomprendere anche le commissioni relative all’estinzione anticipata ed eventuali interessi moratori. Sulla base di questo principio l’istituto di credito coinvolto nella controversia è stato chiamato a risarcire l’importo di circa 200mila euro a un cittadino.
La sentenza emessa dal Tribunale di Siena in materia di usura bancaria discende dall’articolo 1 co. 1 L.L.394/2000 convertito attraverso la legge 24 del 2001. Questa sancisce che gli interessi usurari sono quelli sforano in fase di pattuizione il tetto fissato dalla legge, indipendentemente da quando vengano materialmente pagati.
Ne consegue che, per verificare se i tassi proposti dalla banca siano illeciti, vadano incluse nel TAEG tutte le spese collegate all’erogazione del credito, eccezion fatta per imposte e tasse.
Niente regola del saldo zero in assenza di documentazione
Il Tribunale di Taranto ha chiarito lo scorso 25 settembre che tale principio non possa essere applicato, in assenza di congrui elementi materiali che lo comprovino. La sentenza mira così a impedire alle banche di avvalersi di un comodo stratagemma per escludere dal ricalcolo del conto corrente proprio quella parte del rapporto caratterizzata da illeciti.
Il foro del capoluogo pugliese ha quindi stabilito che un eventuale scoperto va dimostrato tramite estratti conto che consentano di ricostruire i movimenti di denaro per l’intera durata del rapporto.
La redazione