Il conto corrente ti costa una fortuna? Difenditi così…
Gli interessi applicati dalla banca sconfinano nell’anatocismo?
Il cliente ha diritto al risarcimento, anche se è stata tirata in ballo la prescrizione. In questi termini si è pronunciato il Tribunale di Brindisi con la sentenza n.955 del 2018, che ha richiesto all’istituto di credito di versare alla controparte 40mila euro.
Se il conto corrente è stato aperto dieci anni prima dell’avvio della causa, e la banca ha sollevato il problema della prescrizione, il saldo finale deve essere calcolato sottraendo gli interessi impropriamente applicati.
La motivazione addotta dal tribunale è che, se l’istituto di credito non si fosse fatto pagare somme indebite a titolo di commissioni di massimo scoperto e di costi occulti, il saldo del conto non avrebbe causato problemi al cliente.
Contestualmente il foro del capoluogo salentino ha specificato che il controllo dei versamenti prescritti deve seguire la cancellazione dei pagamenti illegittimi.
Anatocismo: quando può agire il correntista per accertarne l’esistenza?
L’ordinanza n.21646 del 2018 della Sesta Sezione Civile della Corte di Cassazione ha stabilito che, anche se non sono state effettuate rimesse solutorie, l’interessato può intervenire prima della chiusura del conto.
Per rimessa solutoria si intende ogni importo versato dal correntista dopo aver superato il massimo previsto dal fido, allo scopo di rientrare.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto al cliente il diritto a intervenire con queste tempistiche per vari motivi: evitare addebiti illeciti in futuro, ampliare nuovamente il proprio affidamento, abbassare il saldo preteso dall’istituto di credito a fine rapporto.
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