Illeciti bancari, i consumatori vogliono chiarezza (e giustizia)
26.01.2015 13:05
Usura e anatocismo non fanno più paura come un tempo
Finalmente i cittadini sono sempre più informati, e quindi consapevoli dei propri diritti. E la diretta conseguenza di tutto questo è che non ci sono più i timori reverenziali di un tempo, davanti a un istituto di credito che ha palesemente compiuto un illecito.
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Così, aumenta il numero di consumatori che li cita in giudizio, come sottolinea Giovanni Canzio, presidente della Corte d’Appello.
«Nell’analisi dei flussi per materia si registra un rilevante numero di cause intentate da risparmiatori e investitori, al fine di essere ristorati per i danni subiti nella gestione dei propri risparmi, in relazione alle negative vicende economiche che hanno interessato l’area milanese».
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L’amara beffa dei tassi usurari
Le cause, intraprese da singoli cittadini, riguardano principalmente anatocismo, interessi ultralegali commissioni, valute fittizie, di cui spesso è contestato l’effetto usurario.
Giovanni Canzio sottolinea, tra l’altro, che il susseguirsi di riforme della materia impedisce la costituzione di orientamenti giurisprudenziali, il che rallenta la macchina della giustizia.
Si registra invece la diminuzione progressiva delle cause legate alle emissioni obbligazionarie di società italiane andate in default (Parmalat, Cirio, ecc.).
Intanto, nei giorni scorsi il Tribunale di Nola ha riconosciuto il diritto al risarcimento di un consumatore che aveva acquistato azioni per oltre 350 mila euro un mese dopo il crac dell’azienda di Calisto Tanzi. La sentenza è particolarmente significativa in quanto è la seconda volta che viene accolta la richiesta del cittadino, anche se le transazioni sono avvenute fuori dai mercati regolamentari.
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Da redazione