Immobili: via libera al blocco delle vendite giudiziarie
Il Decreto Milleproroghe modifica le regole in materia di aste
Un emendamento approvato giorni fa, infatti, ha sancito il congelamento di tutte le esecuzioni giudiziarie già avviate. Inizialmente il blocco riguardava esclusivamente quelle intraprese da febbraio 2019.
Quali sono le conseguenze concrete del provvedimento? Che il debitore non è più costretto a liberare l’immobile di residenza PRIMA che venga emanato il decreto di trasferimento. Un principio, questo, che ha fatto capolino nel nostro sistema giuridico con l’articolo 18-bis inserito nel Dl 162/2019, e che è stato ribadito ed ampliato con la modifica dell’articolo 4 del Dl 135/2018.
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Il blocco mira a scongiurare una scenario tanto grave quanto difficile da tamponare, vale a dire, l’obbligo per una famiglia di sgomberare la casa in cui vive da un giorno all’altro, a seguito dell’avvio della vendita all’asta. L’esecutivo ha calcolato che in tal modo dovrebbero essere evitati circa 100mila situazioni del genere.
L’emendamento non è stato accolto positivamente da tutti, però. Confedilizia, ad esempio, ha espresso chiaramente le sue perplessità dichiarando che il congelamento generalizzato delle aste potrebbe compromettere l’andamento del mercato immobiliare. Questo perché, spiega l’associazione, vendere quando la casa è ancora occupata ne riduce l’appetibilità agli occhi dei potenziali acquirenti, determinando simultaneamente il crollo del suo valore. A conti fatti, quindi, l’introduzione di questo principio nuocerebbe anche al debitore.