Furbetti della dichiarazione dei redditi: 2 milioni di euro prescritti a imprenditore
L’evasione fiscale resta un tema contrastato, in Italia
A rilevarlo con chiarezza, i dati sul tema diffusi nei mesi scorsi dalla CGIA di Mestre. Luci e ombre, infatti, si mescolano fortemente, e quello che ne emerge è un ritratto in chiaroscuro. Qualche dato: l’anno che ha visto il maggior numero di controlli è stato il 2012, dopo il quale i Comuni “virtuosi” si sono attestati al 7% (su 8mila totali). Le regioni più attive sono Lombardia ed Emilia Romagna.
Le città ai primi posti per importi recuperati sono Bergamo (13 euro per cittadino), Reggio Emilia e Cremona (4 euro pro capite, per un totale di circa 200mila euro).
Il trend che emerge
Vede, affiancati, minori controlli e maggiori cifre recuperate. Insomma, sembra che si preferisca procedere “a colpo sicuro” ottimizzando le risorse (anche economiche) dispiegate negli accertamenti. Ma qual è il meccanismo che viene attivato, nella lotta all’evasione fiscale? I sindaci ricevono incentivi ad hoc per inoltrare “segnalazioni qualificate” all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza. Così, se nel 2011 la cifra incassata dai Comuni è stata di 3 milioni di euro, nel 2014 si è arrivati a 21.
Un quadro, quello tratteggiato dalla CGIA di Mestre, che vede emergere il Nord come la parte d’Italia più attiva nella lotta all’evasione fiscale. Tuttavia, in questi giorni, alcune notizie di cronaca hanno mitigato l’ottimismo dei dati diffusi. Il Gazzettino, ad esempio, ha raccontato la storia di un imprenditore edile albanese che si è visto prescrivere una multa milionaria.
L’uomo
Arrivato in Italia nel 1996, viveva a Feltre (Belluno) dal 2002. Per anni era riuscito a lavorare applicando prezzi estremamente bassi (e quindi concorrenziali) in virtù del fatto che non versava né l’IVA né altre imposte. L’imprenditore emetteva fatture, pagava stipendi e contributi ma non effettuava alcuna dichiarazione dei redditi. Nel triennio dal 2009 al 2011 si era reso responsabile di evasione per un totale di 1,9 milioni di euro. La vicenda era emersa, a seguito di controlli da parte della GdF, nel corso del 2012.
Dopo la crisi del settore l’uomo è andato via dal nostro Paese, e ha venduto tutti gli immobili di proprietà dell’azienda a una srl ad hoc. Sui beni pendeva una procedura di riscossione coattiva. Nel frattempo, nel primo processo a suo carico è stato assolto in quanto la legge era cambiata, e nel secondo ha visto il reato prescritto.
La redazione