La verità sulle multe alle targhe straniere

Cosa è cambiato dopo il Decreto Sicurezza?

Targhe-straniereSulla carta molto, in quanto sono state introdotte multe salate per chi, risiedendo in Italia da più di due mesi, circola su un veicolo immatricolato fuori dall’Italia. Teoricamente, infatti, si rischia di pagare una cifra che sfiora i 3mila euro, a cui si aggiunge la confisca e il trasferimento dell’auto in un deposito privato. Si potrà ricominciare ad utilizzarla nel nostro Paese solo dopo nuova immatricolazione o, in alternativa, all’estero a patto che la motorizzazione abbia concesso un foglio di via.

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Nei fatti, però, gli automobilisti possono avvalersi di alcune tutele. Infatti, una direttiva dell’Unione Europea stabilisce che non sono tenuti a pagare il bollo i proprietari di veicoli immatricolati all’estero che transitano in Italia per un periodo massimo di sei mesi l’anno. Il discrimine, in questo caso, è rappresentato dalla definizione di residenza normale, che deve essere stabilita fuori dal nostro Paese.

La residenza normale rappresenta il luogo in cui un individuo si trova per almeno 185 giorni l’anno.

Perciò, chi subisce una  multa per la circolazione su suolo italiano con targa straniera può contestare la sanzione se si trova qui da meno di sei mesi, o se, pur studiando o lavorando nel nostro Paese, ha la famiglia o comunque i legami affettivi principali, altrove.

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