«Lo Stato pretende da me 160 milioni di euro, ma sono vittima di una truffa»
19.08.2015 11:30
Chi sbaglia paga, ma il detto, purtroppo, non vale per tutti. Così, se la svista proviene dalla burocrazia, individuare (e punire) il diretto responsabile sembra impossibile. E nel frattempo, a farne le spese è il contribuente. Stavolta si tratta di un cittadino, ex operaio attualmente disoccupato, residente a Cermenate (Como), a cui Equitalia dà “la caccia” da otto anni, pretendendo svariati milioni di euro frutto di “tasse e bolli non pagati”. In realtà, dietro potrebbe esserci ben altro, ovvero un problema di documenti clonati.
Tutto comincia nel 2007, quando l’Agenzia di Riscossione gli contesta un debito di 10 milioni di euro. «All’epoca facevo ancora l’operaio e non mi capacitavo di una cifra così ingente. Non mi sono mai potuto permettere spese pazze, ho sempre avuto utilitarie e nessun immobile intestato a mio nome. In quell’occasione andai negli uffici di Equitalia a Cantù per avere chiarimenti ma mi dissero semplicemente che si trattava di bolli e tasse non pagate e che per avere un quadro completo di quanto mi veniva addebitato avrei dovuto rivolgermi alla sede centrale di Milano». L’uomo però non si preoccupò di chiarire la questione, crogiolandosi nella speranza - fin troppo ottimistica - che tutto cadesse nel dimenticatoio. «Già allora non avevo i mezzi per intentare una battaglia legale, figuriamoci adesso che sono senza lavoro».
Nel frattempo però, i guai sono – letteralmente – lievitati, tanto che a Natale l’uomo subisce il colpo di grazia. «Ero andato per chiedere ancora chiarimenti sull’ultima richiesta, che era lievitata a 156 milioni di euro e mentre ero lì mi hanno notificato un’altra cartella da 5,6 milioni, per il totale che mi viene contestato quest’anno di 161 milioni».
Così, ora un dubbio si è concretizzato nella mente del cittadino, diventando una quasi certezza: «vent’anni fa persi i documenti: non vorrei che fossero stati utilizzati da qualcuno per intestarmi fittiziamente chissà che cosa. È l’unica ipotesi plausibile che mi sono fatto: per il resto non ho nulla, non posso nemmeno permettermi di consultare un avvocato».