Morire di tassi d’interesse “drogati”
L’usura bancaria è un male spesso incurabile
Ne consegue la fine annunciata di ciò che si è creato con impegno, costanza, e innumerevoli sacrifici. Inevitabile, quindi, che il calvario si accompagni a un misto di impotenza e frustrazione. L’ultima vittima, in ordine di tempo, è stato uno storico bar di Formia (Latina), “La Caffetteria”, che chiuderà fra pochi giorni a causa del parziale versamento di due rate del mutuo acceso dai proprietari, vittime di tassi troppo alti. L’aspetto più crudelmente paradossale della vicenda è che, sebbene il reato sia stato accertato, non è stata individuata la persona fisica responsabile. In pratica, nessuno ha pagato per le disastrose conseguenze determinate.
Tutto era cominciato con un mutuo ipotecario da 400mila euro gravato da interessi usurari. Così, dopo averne restituita circa la metà, i proprietari del bar avevano dovuto sottoscrivere un piano di rientro in 18 mesi, le cui ultime sei rate ammontavano, ciascuna, a quasi 14mila euro. Una situazione, questa, evidentemente insostenibile, sia a livello finanziario che umano, cui la banca ha risposto con un provvedimento a dir poco muscolare. È stato infatti inviato un atto di precetto dall’importo di quasi 400mila euro, cui è seguito il pignoramento e la vendita all’asta.
Illeciti bancari: cosa ha detto la Cassazione?
L’ordinanza n.1464 emessa il 18 gennaio 2019 è incentrata sulla questione dello sforamento del valore soglia inerente l’usura presunta. In quest’occasione è stato spiegato che il tasso effettivo globale applicato, il tasso soglia e le Commissioni Massimo scoperto devono essere oggetto separato di confronto.
La verifica va ripetuta ogni tre mesi.
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La redazione