Mutuo: chi garantisce per i garanti?
Assumere il ruolo di fideiussore rappresenta un passo di non ritorno?
Succede spesso che un figlio, il partner, un parente o un amico stretto abbiano bisogno di un mutuo ma non siano nelle condizioni finanziarie necessarie per richiederlo autonomamente. A quel punto si ricorre a una figura in grado di fungere da “sponsor”, offrendo alla banca sufficienti tutele rispetto al rimborso della somma erogata.
Quale contropartita subisce però il fideiussore? Può, a sua volta, ottenere un finanziamento, o il ruolo che esercita costituisce un ostacolo? Proviamo a fare il punto.
Se il mutuatario “scappa” dalle sue responsabilità?
Il garante deve rispondere in prima persona dell’importo residuo, risarcendo l’istituto di credito. Ciò comunque non gli fa acquisire alcun diritto né di uso né di proprietà sull’immobile.
La garanzia che deve offrire il fideiussore coincide con la durata del mutuo, ed è quindi generalmente compresa tra 20 e 30 anni, ma può succedere che, strada facendo, la sua situazione cambi. A questo punto si potrebbe rendere necessario un distacco dall’obbligazione contratta; addirittura si potrebbe chiedere di cancellare la figura del garante, ma generalmente la banca accetta solo se la situazione finanziaria del mutuatario si è evoluta positivamente.
Il fideiussore può richiedere un mutuo per sé?
La risposta è sì, compatibilmente con la valutazione del risk rating da parte dell’istituto di credito. Questo infatti in fase preventiva verifica l’entità degli introiti per valutare se un’eventuale nuova rata sarebbe sostenibile, al netto dello stipendio decurtato dall’importo mensile relativo al finanziamento per cui ha prestato garanzia.
Esempio: se il garante percepisce 1500 euro al mese e il mutuo per cui è precedentemente intervenuto prevede una rata di 400 euro, la quota massima per cui potrà ulteriormente impegnarsi non dovrà essere superiore a un terzo di 1100 euro.
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