Non hai potuto rispettare i termini di scadenza per la rottamazione? Così eviti il pignoramento
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, specialmente quando si tratta di debiti da saldare
I buoni propositi dei contribuenti non sono infatti spesso sufficienti a onorare materialmente le scadenze fissate dalla burocrazia.
Scadenza rottamazione cartelle esattoriali: un bilancio dopo la proroga di dicembre
Così, provvedimenti quali quello della definizione agevolata, lanciato in pompa magna lo scorso anno, quando a occuparsi della riscossione era ancora Equitalia, si sono rivelati, con il passare dei mesi, poco incisivi e utili. Sottrarre sanzioni e interessi dalle somme originariamente dovute ha dunque rappresentato un elemento necessario ma non sufficiente, per liberarsi dei propri problemi fiscali, considerando le modalità di espletamento del pagamento (da una a un massimo di cinque rate).
Il meccanismo della rottamazione delle cartelle esattoriali si è perciò dimostrato, concretamente, poco sostenibile per i contribuenti. Molti non sono stati in grado di ri-allinearsi con i versamenti scaduti neanche a seguito della proroga dello scorso dicembre. Ciò ha indotto Agenzia delle Entrate Riscossione, che da luglio 2017 ha sostituito Equitalia, a offrire una sorta di piano B.
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Secondo i calcoli di AER sarebbero circa 60mila i cittadini che non hanno regolarizzato la propria posizione entro il 7 dicembre 2017, termine ultimo per il pagamento delle prime tre rate della definizione agevolata. Dunque, a oggi questi non possono più usufruire del provvedimento, ma l’agenzia di riscossione li contatterà a breve per proporre un accordo utile ad ambo le parti.
Quanti non sono riusciti a rispettare le scadenze relative alla rottamazione delle cartelle potranno infatti riattivare il piano di rateazione in corso al momento della presentazione della domanda di definizione agevolata.
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I contribuenti che non hanno rispettato il termine del 7 dicembre 2017 dovranno rinunciare alla decurtazione dell’importo originario ma potranno spezzettare il pagamento in un massimo di 12 rate da “spalmare” su sei anni. L’arco temporale concesso si estende a 10 anni per un totale di 120 tranche nel caso di gravi e certificati problemi economici, a patto che comunque ci siano garanzie di solvibilità.
Un esempio pratico. Chi aveva sottoscritto un piano di rateazione composto da 10 tranche e ne aveva pagate 3 prima di accedere alla rottamazione delle cartelle esattoriali potrà adesso riprendere dalle 7 restanti. L’importo dovuto non subirà ulteriori maggiorazioni.
L’operazione compliance varata da Agenzia delle Entrate Riscossione rappresenta, sostanzialmente, l’ultima spiaggia per quanti non hanno potuto allinearsi alla scadenza ultima relativa alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Se non sarà colta neppure l’opportunità di ripartire dal vecchio piano di rateazione, l’ente potrà procedere tramite ipoteca, ganasce o pignoramenti presso terzi per recuperare il proprio credito.
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La redazione