Notifica atti fiscali: istruzioni per l’uso
Il 15 ottobre scadrà lo stato d’emergenza, e con questo la (presunta) tregua dalla cartelle esattoriali
La finestra temporale è meno lontana di quanto possa sembrare, se si considera che, nel mezzo, c’è anche il periodo ferragostano di fermo totale della burocrazia. È utile quindi, per i contribuenti indebitati, tenere a mente qual è la procedura di notifica degli avvisi di pagamento da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione, quali sono i propri diritti, e quali gli oneri da rispettare.
Cosa c’entra Agenzia delle Entrate Riscossione con i debiti verso lo Stato?
Questa ha preso su di sé i poteri fiscali precedentemente a disposizione di Equitalia. Ad accomunarle, il compito di incassare per conto di enti istituzionali (INPS) o locali (Comuni, Regioni) tributi e imposte di vari natura già scaduti (contributi previdenziali bollo, IMU, TARI, TASI).
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Quali sono le procedure ammesse per la notifica delle cartelle esattoriali?
In primis, il recapito nelle mani dell’interessato o di un suo congiunto da parte di un messo notificatore. Attenzione, però, perché la consegna a persona diversa dal destinatario potrebbe rivelarsi insidiosa, a causa di negligenze da parte del postino o del familiare convivente. A tal proposito, la Cassazione Civile, con ordinanza n.12470 del 2020, ha stabilito che non è necessaria la lettera informativa, se il plico viene ricevuto da un figlio, coniuge o compagno.
Se invece presso il domicilio del destinatario non c’è nessuno, si ricorre alla raccomandata. In ultima analisi, il recapito può avvenire per via telematica, tramite Posta Elettronica Certificata (Pec).
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La redazione