Pagamento elettronico VS cash: cosa potrebbe cambiare dal prossimo anno
Utilizzo contante = evasione fiscale?
Il Governo Meloni sembra avere le idee chiare in merito, in quanto sta imboccando una direzione diversa rispetto ai precedenti esecutivi. Basta quindi, alla demonizzazione di chi, tra esercenti e privati, preferisce il denaro cartaceo alla moneta elettronica. Quindi, in primis, disgelo ed ammorbidimento dei limiti relativi all’utilizzo del POS, ed estensione del tetto massimo dei pagamenti ammessi in contanti. Ecco, in dettaglio di quali misure si tratta.
Potrebbe allentarsi la pressione – anche psicologica – sugli esercenti, artigiani e liberi professionisti alle prese con clienti che chiedono di poter utilizzare la carta anziché il denaro liquido anche in caso di importi contenuti. Se gli stessi saranno inferiori a 60 euro, il titolare dell’attività commerciale non saranno più obbligati ad accettare il pagamento tramite Pos, qualora dovesse essere approvata l’attuale bozza della manovra. In quella precedente il tetto era più basso (30 euro), e quindi avrebbe maggiormente vincolato i commercianti.
Perciò, se il provvedimento dovesse rimanere invariato, gli esercenti non subiranno alcuna sanzione se rifiuteranno il pagamento tramite carta per cifre al di sotto di 60 euro. Il Governo Draghi, invece, aveva fissato l’obbligo ad accettare la moneta elettronica per qualunque importo.
Ultimo, ma non meno importante, dal 1° gennaio 2023 aumenterà la quota massima di contante utilizzabile per una transazione. Gli interventi dei vari governi degli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla volontà di ridurre drasticamente l’impiego di contante, fino ad arrivare alla soglia di 2mila euro, che si sarebbe ulteriormente dovuta assottigliare (mille euro) il prossimo anno.
Meloni intende invertire la rotta, perciò, se sarà approvata l’attuale bozza di manovra, dal 1° gennaio 2023 si potranno effettuare pagamenti in contanti fino a 5mila euro .
La redazione