Palermo: crede di aver acquistato l’immobile, e invece detiene solo diritto di superficie
Dietro le aste si nascondono spesso trappole e inganni. Per tutti i soggetti coinvolti
Il debitore, infatti, vede svendere la casa costruita con i sacrifici di una vita, e che all’interno conserva tracce evidenti di ciascuna delle sue fasi più importanti. Il creditore, quindi, rischia di non recuperare per intero la somma pendente, dovendosi accontentare di qualche briciola…e chi acquista ben lungi da concludere un affare, scopre, dopo qualche tempo, di essere diventato beneficiario del diritto di superficie, e non proprietario.
Cos’è il diritto di superficie?
Consiste nella facoltà di edificare su un terreno che appartiene a qualcun altro (ente pubblico, azienda, privato cittadino). È annoverato, questo, tra i diritti reali di godimento, ma le sue ricadute operative sono considerevolmente limitate rispetto alle prerogative correlate alla proprietà.
Caltanissetta: l’amara sorpresa in Tribunale
Nell’immaginario collettivo e nell’opinione pubblica non c’è ancora coscienza e conoscenza adeguata del fatto che su immobili e terreni possono essere esercitati differenti diritti da differenti soggetti.
Capita così che in fase di compravendita l’acquirente non faccia ricerche approfondite, dando semplicemente per scontato che la controparte sia proprietaria dell’immobile. Salvo poi pagare – letteralmente – le conseguenze di questa leggerezza.
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Palermo, 2016. Nell’ambito di un’asta giudiziaria un cittadino sborsa 100mila credendo di acquistare un immobile, e invece si assicura soltanto il godimento del diritto di superficie. E per diventare effettivamente proprietario, deve pagare ulteriori 17mila euro…
La Sezione Civile del Tribunale di Caltanissetta ha rilevato che la responsabilità dell’accaduto è stata del magistrato che ha emesso il decreto di trasferimento. I documenti redatti dal notaio, infatti, avevano invece messo in evidenza che il debitore non era in possesso dell’immobile.
Il Tribunale ha quindi riconosciuto all’acquirente un risarcimento pari a 17mila euro, a cui si sommano la rivalutazione degli interessi e il rimborso delle spese legali.