Piacenza: fermo amministrativo a causa di cartelle non consegnate. Due condannati
Sono lontani i tempi in cui i postini suonavano due volte
Oggi, infatti, spesso non lo fanno neppure una volta, dando per scontato che il destinatario della raccomandata non sia in casa, o che addirittura il suo domicilio/residenza sia cambiato. La conseguenza di questo comportamento negligente? Nella migliore – si fa per dire – ipotesi, nella buca delle lettere viene depositato un avviso di giacenza che costringerà al ritiro presso un ufficio postale entro pochi giorni. Nella peggiore, la comunicazione, se proveniente da Agenzia delle Entrate Riscossione, viene affissa presso la casa comunale, e il diretto interessato lo scopre solo a distanza di tempo, magari quando ormai, causa debito pendente, il creditore ha avviato l’iter del fermo amministrativo.
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Credete che vi sia qualche differenza tra Poste Italiane e omologhi servizi privati? Non è così, e a dimostrarlo è il fatto che qualche giorno fa due dipendenti di una società di questa seconda tipologia sono stati condannati a sei mesi di carcere. Il reato, la mancata notifica di alcune cartelle esattoriali a due contribuenti della provincia di Piacenza. A scoprire l’accaduto era stata una donna che aveva subito il blocco dell’auto senza motivi apparenti.
Per quanto riguarda Poste Italiane, invece, a novembre scorso l’Antitrust aveva avviato un’istruttoria a seguito della segnalazione di una società concorrente. Questa aveva denunciato il ricorso a claim pubblicitari ingannevoli.