Pignoramenti e ricerca telematica
Come fa il creditore a scoprire quali beni possiede il debitore?
Questo problema è legato al fatto che il passaggio tra credito sancito giudizialmente – e quindi acclarato sulla carta – a credito incassato non è affatto automatico. Provvidenziale, quindi, è la ricerca telematica, che consente di bypassare l’evasività della controparte, e risolvere alla radice il problema della sua insolvenza.
La ricognizione telematica dei beni intestati al debitore è regolamentata dal Codice di Procedura Civile (articolo 492 bis), ed è accessibile dal creditore che abbia ottenuto una sentenza favorevole, o un decreto ingiuntivo. Per vedersi riconoscere tale facoltà bisogna rivolgersi al Tribunale che rilascia un decreto ad hoc.
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La ricerca prevede l’interrogazione di una molteplicità di archivi elettronici gestiti a vario titolo dallo Stato; generalmente a occuparsene è l’ufficiale giudiziario. Qualora però questo non disponga degli strumenti tecnologici necessari, può farlo direttamente il creditore, previa richiesta di consultazione indirizzata ad AER o all’Inps.
Quali database sono oggetto di ricerca telematica? Quelli che censiscono le proprietà immobiliari, il Pubblico Registro Automobilistico (che riguarda invece i veicoli, quindi i beni mobili), l’anagrafe tributaria (inerente i redditi del debitore), e quella relativa ai rapporti finanziari (dove è reperibile l’elenco di conti ed eventuali altri contratti con banche e finanziarie) e, ultimo ma non meno importante, quello dell’Inps, che annota assegni o indennità erogate al debitore.