Pignoramento “alla fonte” della pensione: i cambiamenti previsti dopo la Legge di Bilancio
Possibili nubi sulla primavera dei pensionati italiani
La Legge di Bilancio 2018 ha infatti modificato la disciplina relativa al blocco delle indennità per chi ha debiti con Agenzia delle Entrate Riscossione. Una svolta, come vedremo, considerevolmente restrittiva, e che è stata già recepita dall’INPS (messaggio n.1085/2018 del 12 marzo 2018).
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In passato l’amministrazione pubblica era tenuta a effettuare appositi controlli preventivi sui destinatari di importi superiori a 10mila euro. Qualora il pensionato fosse risultato debitore nei confronti dell’agenzia di riscossione, l’erogazione sarebbe stata congelata per 30 giorni.
La Legge di Bilancio 2018 ha esteso tale blocco preventivo agli assegni superiori a 5mila euro, ampliando considerevolmente la finestra temporale a disposizione di AER. Quest’ultima deve comunicare entro 5 giorni all’INPS l’esistenza di eventuali cartelle esattoriali inevase e da oggi ha due mesi di tempo per attivare il recupero della somma dovuta.
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Blocco Vs pignoramento: una doverosa precisazione
Il congelamento da parte dell’INPS riguarda l’intera pensione, ma l’eventuale esproprio forzoso da parte di AER può intaccarne solo un quinto. Tuttavia non è raro che, per errori procedurali, la misura di pignoramento investa totalmente l’importo da accreditare.
Dunque, qualora il pensionato subisca il congelamento della pensione, è consigliabile che vigili sull’entità dell’effettivo esproprio e, in caso di anomalie, si rivolga tempestivamente a un legale per inoltrare ricorso al giudice.
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La redazione