Pignoramento disoccupazione: la decisione del Tribunale di La Spezia
In caso di perdita del lavoro la Naspi rappresenta una vera e proprio ancora di salvezza
L’ultima spiaggia, ai fini del sostentamento della famiglia, del pagamento delle utenze. Eppure, non è infrequente che creditori - anche di vecchia data – si materializzino all’indomani della concessione dell’indennità, esigendo il suo pignoramento per recuperare la somma pendente.
Fortunatamente, però, quando la Naspi viene aggredita in misura superiore ai limiti fissati dalla legge, intervengono i tribunali dislocati sul territorio facendo valere i diritti del debitore. L’ultimo esempio, in ordine di tempo, arriva da La Spezia, dove un uomo ha visto riconoscere le proprie ragioni in contrapposizione all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Tentare di ricominciare grazie alla Naspi, se non fosse che il Fisco…
È questa, in breve la storia del cittadino ligure 40enne. La sua volontà di rimettersi in piedi professionalmente, avviando una ditta individuale idraulica grazie all’anticipo della Naspi è stata stroncata da un provvedimento di Agenzia delle Entrate Riscossione. Vale a dire, il pignoramento dell’INTERO assegno e del quinto della liquidazione anticipata, per un totale di 12mila euro.
Ciò ha impedito all’uomo di ottenere il Documento Unico di Regolarità Contributiva, requisito imprescindibile per aprire la partita IVA.
L’inatteso e felice colpo di scena arrivava grazie al difensore del cittadino ligure. Il legale rilevava che l’ammontare della Naspi era inferiore all’importo minimo pignorabile, secondo quanto stabilito dal Decreto Legge Aiuti Bis.
Dal canto suo il Fisco dichiarava che tale soglia minima riguardava solo assegni assimilabili ad indennità previdenziali (es: pensione), mentre invece la Naspi sarebbe ascrivibile alla macro-categoria dello stipendio.
Il Tribunale di La Spezia ha tirato le somme accogliendo le istanze del legale dell’uomo, e quindi annullando il provvedimento di pignoramento.
La redazione