Pignoramenti: Capodanno indimenticabile per un pensionato aquilano
Oltre il danno, la beffa
Così, può capitare ad un contribuente di essere coinvolto in un processo di cui ignora l’esistenza, e – ciliegina sulla torta – subire in seguito il pignoramento della pensione. Che peraltro ammonta all’importo minimo necessario per assolvere il bisogno primario: sfamarsi. Storia tragicomica degna di un film? No, semplice cronaca di una vicenda avvenuta nei giorni scorsi a L’Aquila.
Una storia che va in controtendenza rispetto alle storie amare con lieto fine, per le quali gli organi di informazione dimostrano una spiccata predilezione durante le feste di fine anno.
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La testata IlCapoluogo.it, attraverso un articolo di Loredana Lombardo, ha raccontato l’odissea di un pensionato abruzzese. Al termine di un processo civile che lo ha condannato ad una sanzione pecuniaria, l’uomo si è visto pignorare la pensione accreditata su un libretto aperto alle poste. Il riscossore non ha però tenuto conto di due fattori che avrebbero dovuto trattenerlo: l’importo dell’assegno è quello definito, dalla legge, minimo, e quindi NON aggredibile dal creditore. Peraltro, sul libretto non erano depositati soldi di altra origine.
Dopo essersi rivolto ad un legale, il pensionato è riuscito a ottenere lo sblocco della pensione. Questo però non ha risolto il problema, in quanto la procedura deve essere intrapresa OGNI MESE dal contribuente, e richiede circa 3 giorni lavorativi per diventare effettiva.
Morale della favola, l’uomo si è ritrovato impossibilitato a fare la spesa nei giorni di Capodanno e non per propria responsabilità, ma per la farraginosità inefficace (oltre che discutibile dal punto di vista etico) della burocrazia.
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