Polizza mutuo sicuro non rispettata: banca deve risarcire 190mila euro

Assicurazione = garanzia?

Non sempre. A volte, invece, una polizza si traduce esclusivamente in un modo per speculare e lucrare sulle ansie – lecite –di una persona, rispetto al proprio futuro ed a quello della propria famiglia.

Questo perché, anche nei momenti pieni di felicità e progetti, una parte di noi, inconsciamente, è sempre proiettata in avanti. È naturale voler proteggere chi si ama (figli, partner) nell’eventualità di una morte improvvisa o comunque di un evento così grave da compromettere per un lungo periodo le nostre entrate.

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Quante volte la stipula di queste polizze costa sacrifici, rinunce, straordinari al lavoro (che, a loro volta, significano meno tempo con la famiglia)? Nel 99,99%. E quante volte, invece, i destinatari ne usufruiscono EFFETTIVAMENTE?

Questo però, non è ancora lo scenario peggiore. Perché probabilmente l’eventualità più crudele ed emblematica è quella che somma due incubi: perdere i soldi investiti per i propri cari…e anche la casa costruita in una vita intera.

In questi giorni Varesenews ha raccontato la storia di un uomo che, dopo essersi ritrovato disoccupato, ha visto morire anche la moglie. Ed alla voragine emotiva rappresentata da lutto, si è sommata l’angoscia connessa al mancato rispetto, da parte della banca, delle clausole relative alla polizza proteggi mutuo che aveva stipulato pagando più di 10mila euro. Correva l’anno 2007

Il premio dell’assicurazione sarebbe servito a coprire le rate del mutuo che non aveva potuto saldare a causa della perdita del lavoro. La banca, invece, ha pensato bene di procedere alla vendita all’asta dell’immobile.

L’uomo ed i figli, all’epoca minorenni, si sono quindi ritrovati senza un tetto sulla testa, e solo pochi giorni fa - dopo una causa avviata nel 2017 e dopo che l’istituto di credito si era anche rifiutato di giungere ad una mediazione – è stata emessa la sentenza che obbliga l’istituto a versare all’ex cliente 190mila euro, e pagare le spese legali.

Tutto è bene quel che finisce bene? Nì. Perché comunque nessuno salderà gli ingenti costi umani, emotivi e psicologici che la doppia perdita ha provocato all’uomo ed ai figli.

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