Quali sono i tuoi diritti se vinci la causa contro il Fisco?
04.12.2017 11:31
Quali sono i tuoi diritti?
Equitalia è andata in pensione ma, ovviamente, il suo posto non è rimasto vacante. Agenzia delle Entrate Riscossione a partire dal 1 luglio scorso ne ha infatti preso il posto e, nel frattempo, i contribuenti che avevano cause pendenti con la prima sono andati avanti.
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Nei giorni scorsi, ad esempio, la Commissione Tributaria Provinciale di Salerno ha cancellato un’ingiunzione di pagamento di circa 250mila a carico di un imprenditore tessile di Scafati. L’uomo è stato rappresentato legalmente dall’avvocato Ludovico Fattoruso, che aveva inoltrato apposita istanza a inizio del 2017.
L’imprenditore si era accorto che qualcosa non andava dopo aver constatato che i due conti attivati preso altrettante banche erano pressochè inutilizzabili. Infatti, Equitalia ci aveva messo le mani sopra.
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Ovviamente il congelamento dei conti aveva costretto all’immobilità produttiva l’imprenditore, trascinandolo in una spirale di panico e frustrazione. Così, a quel punto aveva interpellato l’avvocato Ludovico Fattoruso, dando inizio alla sua battaglia.
Cittadini vs agente di riscossione: chi paga i costi legali?
Una pronuncia significativa in tal senso è stata quella emessa dalla Corte di Cassazione il 22 agosto 2017 (ordinanza numero 20261). La sentenza ha stabilito che, se la cartella viene annullata dal punto di vista giurisdizionale, i costi processuali sono da addebitare a Equitalia (o, in alternativa, ad Agenzia delle Entrate Riscossione). Dunque, è da escludere la compensazione delle spese di lite, cioè il fatto che ciascuna delle parti saldi i costi che ha sostenuto, se il cittadino ha ottenuto un verdetto negativo in primo grado e uno positivo in seconda battuta.
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Nel caso specifico il contribuente si era visto notificare una cartella esattoriale a seguito del mancato pagamento del bollo auto. Era ricorso in giudizio, e inizialmente le sue ragioni non erano state accolte. La Commissione Tributaria di Roma, successivamente interpellata da lui, pur dandogli ragione lo aveva richiamato alla compensazione delle spese in virtù della soccombenza reciproca ovvero, del fatto che le richieste dell’una e dell’altra parte fossero state parzialmente respinte, in concomitanza dei verdetti di primo e secondo grado.
A questo punto il cittadino si è rivolto alla Cassazione e ha incassato un verdetto positivo. L’ordinanza ha infatti sottolineato che la ripartizione dei costi legali è correlata a specifiche ragioni che vanno chiaramente elencate in sentenza. Peraltro, è stato rilevato, la compensazione, in base alla sua formulazione contenuta nell’articolo 92 c.p.c., prevede che la soccombenza reciproca si verifichi nel medesimo grado di giudizio e non in due momenti distinti.
La redazione